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Il Cav e Alfano rilanciano il partito: "Il traguardo? Vincere le politiche"

Berlusconi esamina il risultato delle elezioni: "Hanno inciso trasmissioni micidiali come Annozero. Interverremo in Parlamento per far sì che non accada più". Al lavoro per rilanciare il partito: l'obiettivo è tornare allo spirito del '94. Alfano: "Vogliamo vincere le politiche del 2013"

Il Cav e Alfano rilanciano il partito: 
"Il traguardo? Vincere le politiche"

Roma - Dopo l’ufficio di presidenza un vertice notturno a Palazzo Grazioli tra Alfano, Berlusconi, Letta e Ghedini, ha sciolto quasi tutti i dubbi sulla partita di via Arenula. Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che Letta, pur non contrario alla soluzione Lupi, abbia ipotizzato la figura di un tecnico. Dal canto suo il premier fa autocritica ma è subito pronta a suonare la carica. Al termine dell'ufficio di presidenza del Pdl Berlusconi dichiara: "Abbiamo fatto un’analisi senza indulgenze ma anche senza depressioni: abbiamo pagato dazio perché siamo al governo". Tuttavia "hanno inciso trasmissioni micidiali come Annozero. Per questo interverremo in Parlamento per far sì che non accada più".

Vincere le politiche del 2013 "Il nostro traguardo è vincere le elezioni politiche del 2013", ha detto Angelino Alfano, ministro della Giustizia e neo-segretario del Pdl, intervistato questa sera dal Tg1. Alfano ha sottolineato che la Costituzione indica in 5 anni la durata della legislatura e quindi la maggioranza intende andare avanti fino al termine e puntare al successo nella prossima scadenza elettorale. Quanto alla sconfitta in questo turno amministrativo, "ci può stare che una volta in diversi anni si perda, quando invece tutti gli altri governi in Europa hanno già perso più volte". "L’alleanza Pdl-Lega resterà salda per l’intera legislatura, fino alla fine", ha detto Alfano certo della solidità di questa alleanza, "anche perché è la seconda legislatura che ci vede insieme al governo - mi riferisco alla prima 2001-2006 e adesso questa - e in entrambe siamo stati in grado di fare insieme le riforme e allo stesso tempo di dare una stabilità al Paese. Quando invece la sinistra è stata chiamata a governare ha dato prova d’instabilità. E dunque io credo che l’alleanza Pdl-Lega sia l’unica che può dare all’Italia una serena stabilità e anche una buona prospettiva di riforme per il Paese".

Contro Berlusconi la tenaglia mediatica Il Cavaliere torna a puntare il dito contro quella che definisce una "tenaglia mediatica": una delle cause per cui il centrodestra ha perso le elezioni è stata la serie di trasmissioni tv della Rai come Annozero, "trasmissioni micidiali che hanno dato una visione distorta della realtà di Milano e delle città in cui si votava". Per questo, annuncia il premier, "ci impegneremo in Parlamento affinché questo non possa più accadere, perché c’è stata una straordinaria tengalia dei media, tutta la stampa e i giornali. Il gruppo Mediset si è astenuto da trasmissioni politiche, mentre la Rai ha messo in campo dieci trasmissioni che non si sono fermate durante i ballottaggi. Ho visto dei servizi micidiali, uno di Annozero me lo hanno fatto vedere in cassetta: è chiaro che chi non avesse equilibrio critico vedendo quel servizio non avrebbe mai potuto votare per noi a Milano". dice il premier, che poi esprime fiducia e dichiara che "sondaggi fatti oggi ci indicano ancora 4 punti di vantaggio sul Partito democratico che fa festa ma tutti i candidati che hanno vinto non sono i suoi, e questo è patetico".

L'operato e il futuro del governo Il premier poi torna a focalizzarsi sui meriti dell'operato dell'esecutivo: "È stato miracoloso mantenere il bilancio in ordine senza colpire i cittadini. Noi non abbiamo messo le mani nelle loro tasche. Crediamo di meritare quasi un monumento perché rispetto ai governi europei noi non abbiamo adottato nessuna misura punitiva verso i cittadini". Inoltre, continua il premier, "credo che non dobbiamo essere preoccupati per la crisi economica, perché l’Italia ne sta uscendo meglio di altri paesi europei, è seconda solo alla Germania che ha fatto meglio di noi come deficit".  Berlusconi ha ricordato che "l’85% delle famiglie italiane ha una casa di proprietà, gli italiani hanno saputo risparmiare, si spendono oltre dieci miliardi in cosmetici, il nostro sistema bancario ha una performance eccezionale e lo Stato è stato sempre vicino ai cittadini quando hanno perso il lavoro.

La partita del governo Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio poi ha messo sul tavolo l’opzione-Lega: avere un esponente di Bossi al Dicastero - questo il ragionamento - potrebbe ’legarè il Carroccio ancor di più alle sorti dell’esecutivo. Ma - al di là del fatto che magistrati che vogliano ricoprire il ruolo di Guardasigilli al momento non sarebbero stati trovati - il Cavaliere ha lasciato cadere entrambi le soluzioni. E allora per ricoprire il ruolo di nuovo ministro della Giustizia c’è in pista solo l’attuale vice presidente della Camera. Il ministro dovrebbe essere scelto in tempi brevi visto che - si sussurra nella maggioranza - anche il Colle auspicherebbe una nomina celere. Non è escluso che il Cavaliere ne possa discutere con Napolitano anche in occasione del ricevimento offerto al Colle per gli ospiti d’onore giunti a Roma per il 2 Giugno. Certo - sostengono fonti parlamentari del partito di via dell’Umiltà - il vuoto che Alfano lascerà al Ministero preoccupa. Non solo per le sorti della riforma della giustizia ma anche per i processi che riguardano il Cavaliere.

Il fronte della giustizia Del resto anche durante l’ufficio di presidenza di ieri, Berlusconi è tornato sulla vicenda. Lo ha fatto quando qualcuno ha sottolineato come la decisione della Cassazione sui referendum possa essere considerata come un vero "golpe". Sono 17 anni - ha spiegato il premier secondo quanto viene riferito - che combatto contro i magistrati, e devo rispondere a loro e agli attacchi mediatici. Il Cavaliere, raccontano, ha puntato il dito anche contro i media che, a suo dire, soffiano sul fuoco per "invitare" la Lega a mollare il Governo. Il premier, invece, è stato categorico: l’alleanza con Bossi tiene, è solida e si va avanti insieme. Lo ha detto anche a Gianni Alemanno che, durante la riunione, ha chiesto lumi sulla questione del decentramento dei Ministeri. Il caso è chiuso, la polemica è rientrata, ha detto senza mezzi termini il capo dell’esecutivo.

Secondo le informazioni che ho non è proprio così, la risposta del primo cittadino di Roma.

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