«Appoggio leale, ma niente cambiali in bianco». La linea del Pdl resta quella tracciata negli ultimi giorni. Perché al di là delle diverse posizioni all’interno del partito, quasi tutti sono consapevoli che al momento i margini di manovra sono minimi e che l’elettorato - anche quello di centrodestra - non comprenderebbe eventuali strappi con il governo. Ecco perché anche Silvio Berlusconi ribadisce che «al momento» non c’è alternativa all’attuale esecutivo pur insistendo sul fatto che il Pdl deve farsi valere e portare avanti per quanto possibile le sue proposte. È più o meno questo il senso dei ragionamenti che vengono fatti a Palazzo Grazioli durante un vertice tra il Cavaliere, Angelino Alfano, i coordinatori del partito, i capigruppo di Camera e Senato e alcuni ex ministri.
Una linea che emerge già in mattinata quando il segretario del Pdl affronta il nodo liberalizzazioni. «Va benissimo lo schema dialettico adottato in Parlamento per la manovra ma - dice Alfano - senza obblighi evangelici». Posizione confermata da Maurizio Gasparri. «Valuteremo i singoli provvedimenti del governo - spiega il presidente dei senatori - ma non rinunceremo a dire la nostra».
Posizione di fatto confermata a sera dallo stesso Cavaliere che sulla sua pagina Facebook ci tiene a puntualizzare: «Alfano ha presentato il piano in 13 punti sulle liberalizzazioni che il Pdl propone al governo: comprende energia, trasporti, servizi pubblici locali, banche, professioni, farmacie e taxi, servizi postali, tlc, carburanti, giustizia civile, privatizzazione dell’Inail e diritto d’autore». Come dire: questa è la nostra posizione.
L’approccio, come detto, è però sostanzialmente quello della «responsabilità» se anche Ignazio La Russa - che non ha mai nascosto le sue perplessità sul sostegno a Monti e che avrebbe preferito le urne - arriva a dire che «cento giorni di luna di miele non si negano a nessun governo». D’altra parte, spiega Fabrizio Cicchitto, «il quadro è simile a quello del Ventinove». Insomma, la crisi è tale che non permette altre soluzioni che il sostegno all’esecutivo. Ecco perché, a sera, Gasparri e Massimo Corsaro incontrano il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Per perorare la linea del Pdl sul le liberalizzazioni ma anche per cercare di trovare una quadra rispetto alla querelle sui taxi sulla quale l’esecutivo pare incontrare più d’una difficoltà. Un faccia a faccia smentito dal Pdl, ma confermato da diverse fonti e con Palazzo Chigi che lo aveva in agenda già da dopo pranzo.
Nel breve periodo, dunque, la strada sembra segnata e senza soluzioni alternative. Almeno fino a dopo le amministrative di primavera. Poi, come diceva Berlusconi qualche giorno fa, «valuteremo lo stato dell’arte». Ed è questa la ragione di un Pdl piuttosto tiepido sulla modifica della legge elettorale nonostante il forte pressing del Quirinale.
Quando Cicchitto lascia intendere che bisogna ripartire dal presidenzialismo, infatti, è ovvio che pone una precondizione destinata ad arenare un eventuale confronto. D’altra parte, prima di ragionare su una legge elettorale il Pdl deve fare chiarezza su quali saranno le alleanze nel 2013. Con la Lega o senza?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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