Il Cav: "Patto tra Fini e i giudici" Gianfry e l'Anm: "Sono calunnie"

Il presidente del Consiglio durante un comizio in sostegno della candidatura di Letizia Moratti: "Dicevano che non mi candidavo perché non potevo superare le 53 mila preferenze dell’altra volta. Si sbagliano, le supererò".  E poi: "La Corte Costituzionale ha abrogato il Lodo Schifani, il Lodo Alfano e poi il legittimo impedimento. In questo modo il presidente del Consiglio è stato dato in pasto ai pm di sinistra"

Il Cav: "Patto tra Fini e i giudici" 
Gianfry e l'Anm: "Sono calunnie"

Milano - Sale il livello dello scontro tra Berlusconi e le toghe. Oggi, nel corso di un comizio in sostegno di Letizia Moratti, il Cavaliere è tornato a puntare il dito contro il presidente della Camera e alcune frange della magistratura: la riforma della Giustizia non è stata fatta per colpa di un accordo tra Fini e l'Anm. "Con questo patto - ha chiarito il premier -, Fini ha detto ai magistrati: voi mi proteggete, perseguite Berlusconi, e vi garantisco che fino a quando ci sarò io alla presidenza della Camera non passerà alcuna riforma che vi dispiaccia. Questo è il motivo per il quale non siamo mai riusciti a far passare una riforma della giustizia". Non è la prima volta che il Cavaliere fa riferimento a questo "patto segreto" tra l'ex leader di Alleanza Nazionale e i giudici, ma anche questa volta le repliche sono state immediate e caustiche. Fini e l'Anm rispondono praticamente simultaneamente e all'unisono: le parole del Cavaliere sono false.

Durissima la risposta dell'ex alleato del presidente del Consiglio: "L’escalation di quotidiane menzogne di Berlusconi non è più tollerabile. Anche oggi, e per l’ennesima volta, il presidente del Consiglio ha detto di avere le prove di un patto scellerato che avrei sottoscritto con la magistratura per impedire le riforme della giustizia. Lo sfido a dimostrare quel che dice: dica il nome del magistrato che glielo avrebbe detto, e fornisca le prove a sostegno delle sue parole: se non risponderà, cosa di cui sono certo, gli italiani avranno la prova che non sa cosa significhi la parola vergogna".

A nome del sindacato dei magistrati risponde il segretario Giuseppe Cascini: è "una bugia e una grave calunnia", ha detto durante la puntata di In mezz’ora su Raitre. "Quando Berlusconi dice che l’Anm ha firmato un accordo con il presidente della Camera è una bugia, una grave calunnia. Io non posso che rispondere che è totalmente falso". Rincara la dose Luca Palamara, presidente del sindacato: "Ora basta, è arrivato il momento di dire che i magistrati fanno un patto solo con la legge, a cui sono subordinati"

Di Pietro, come di consueto spara ad alzo zero e alle parole del premier risponde minacciando una denuncia: "Domani presenterò un esposto alla magistratura affinchè indaghi su ciò che va dicendo il presidente del Consiglio e cioè che lui avrebbe dei documenti che proverebbero un patto segreto tra Fini e la magistratura per incastrarlo".

E' un Berlusconi tonico e ottimista quello che parla al Teatro Nuovo di Milano a sostegno di Letizia Moratti: "Non c’è nessun tramonto del berlusconismo, dicevano che non mi candidavo perchè non potevo superare le 53 mila preferenze dell’altra volta. Si sbagliano, le supererò". Berlusconi si riferisce alle elezioni del 2006 quando come capolista di Forza Italia al Comune di Milano ottenne 53 mila preferenze.

La riforma della giustizia "si farà anche se i magistrati mi faranno fuori", ha proseguito il Cavaliere. Berlusconi ha poi ribadito che "opera una cellula della Procura di Milano che ha fatto fuori 5 partiti degli ultimi 50 anni", la stessa mano che ha condannato per aver fatto fuori Bettino Craxi ("È una vergogna", ha tuonato), per aver fatto cadere il suo Governo nel ’94 e per essersi accanita contro "l’ottimo ministro della Giustizia, Mastella, che aveva avuto l’idea di proporre una riforma della giustizia e di annunciarla, e la magistratura l’ha fatto fuori. Voi - ha concluso - avete davanti qualcuno che questi signori pensano di far fuori da 17 anni". 

Poi un attacco alla Consulta: "La Corte Costituzionale ha abrogato il Lodo Schifani, il Lodo Alfano e poi il legittimo impedimento. In questo modo il presidente del Consiglio è stato dato in pasto ai pm di sinistra". Il premier ha poi ribadito che "abolire l’immunità parlamentare è stato un errore gravissimo"e ha aggiunto che "sono stato oggetto di oltre 20 processi che sono finiti con l’assoluzione. I pm di sinistra mi accusano ma per fortuna ci sono poi dei giudici che riconoscono che i fatti non sussistono".

Poi scherza: "A Milano non ci sono più i negozi di una volta, non c’è più quello dove si compravano le meringhe per la mamma, ora c’è un negozio della Tim ma io non ci vado perchè al presidente del Consiglio è vietato avere il telefonino perchè sono controllato da tutte le procure d’Italia. Sono tornato a scrivere le lettere d’amore".

Prima di lasciare il teatro il premier si è abbandonato all'amarcord  ricordando la sua vita in città e anche gli anni durante la guerra in cui

è andato in Svizzera. Proprio lì ha detto che mamma Rosa gli faceva cantare quasi come un inno nazionale Nustalgia de Milan. "La conoscete?" - ha detto - intonandone le prime parole e facendole cantare a tutti.

 

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