Il Cav vuole metterci la faccia «Piano in linea con l’Europa»

Roma«Farò da garante e ci metterò la faccia». Dopo un fine settimana ad alta tensione, con i tecnici del ministero dell’Economia costretti agli straordinari per limare una manovra da 24 miliardi in due anni, in un modo o nell’altro Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sono arrivati a trovare una sintesi. Tanto che oggi sarà il Cavaliere a illustrare i contenuti del provvedimento prima a Regioni ed enti locali e poi alle parti sociali. Terminato il Consiglio dei ministri, poi, dovrebbe essere sempre il premier a scendere in sala stampa e spiegare la manovra punto per punto. Magari, proprio a ridosso dei tg della sera, con la possibilità di fare una sorta d’intervento in diretta quasi a reti unificate. D’altra parte, è da qualche giorno che il Cavaliere sta ragionando proprio sull’eventualità di spiegare al Paese le ragioni di un intervento tanto pesante.
Nonostante Berlusconi resti convinto che la situazione «non va drammatizzata» e che «noi non siamo certo la Grecia», i vincoli imposti da Bruxelles e i venti di crisi non aiutano. Ancora ieri - e forse è stato decisivo per decidere di convocare il Consiglio dei ministri oggi pomeriggio - l’euro in caduta libera e l’altalena di Piazza Affari davano a Tremonti l’agio di insistere sulla via del rigore. Strada su cui il Cavaliere concorda, pur continuando a predicare prudenza soprattutto sotto il profilo della comunicazione. Il timore che una manovra da 24 miliardi possa non essere sufficiente, infatti, c’è sia a via XX Settembre che a Palazzo Chigi. E anche gli interventi fatti in Germania e in Francia confermano che il rischio esiste.
Così, secondo molti non è un caso che uno prudente come Gianni Letta abbia usato ieri parole molto chiare. La manovra - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ormai da giorni media insieme a Paolo Bonaiuti tra Berlusconi e Tremonti - conterrà «sacrifici molto pesanti» e «molto duri» che «siamo costretti a prendere, spero in maniera provvisoria, per salvare il nostro Paese dal rischio Grecia». Una presa di posizione netta. Che difficilmente non è stata prima concordata con il Cavaliere. Il segnale, insomma, che oggi anche il premier dovrebbe puntare l’accento sulla necessità di fare sacrifici, anche se continuando a insistere sul fatto che la crisi è globale e che rispetto a quasi tutti gli altri paesi europei l’Italia è solida. La nostra - è il senso del ragionamento di Berlusconi - è «una manovra europea» e in linea con quanto stanno facendo Germania, Francia e Inghilterra. Con una sottolineatura sui tagli alla politica, una misura che secondo l’entourage del Cavaliere può servire a dare la percezione di una manovra equa e che chiede sacrifici a tutti.
Alla fine, dunque, la manovra arriva nei tempi chiesti da Tremonti e conservando per buona parte l’impianto voluto dal ministro dell’Economia. Tanto che anche nella riunione di ieri sera la consulta economica del Pdl ha dato il suo via libera senza sostanziali cambiamenti. Anche se con qualche nervosismo, se a tutti i presenti sono stati sequestrati i cellulari visto che le agenzie di stampa stavano dando in rete praticamente l’integrale dell’intervento del ministro dell’Economia. Che a via dell’Umiltà è arrivato in macchina insieme a Letta, segno che arrivati alla stretta finale anche Berlusconi voleva evitare che la consulta si trasformasse in un assalto all’arma bianca a Tremonti.

In un momento in cui ci si appella alla responsabilità di tutti - ieri lo ha fatto anche Giorgio Napolitano da Washington - e si cerca di far convergere sulla manovra anche parte dell’opposizione, l’unica cosa che non può permettersi il governo è quella di dare all’esterno un’immagine di conflittualità.

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