Cavalcando sui Sentieri Selvaggi

«Sentieri selvaggi» e le sue origini. Con un inizio di programma che è un gradito ritorno, l’ospitalità del «Bang On A Can-All Stars», uno dei più significativi gruppi a stelle e strisce della contemporanea in circolazione (suonarono a Milano una decina di anni fa); l’appuntamento è fissato per stasera nella sala del Teatro Elfo Puccini, alle ore 21. Musiche degli autori Louis Andriessen, Michael Gordon, Julia Wolfe e Michael Nyman. La formazione, che da oltre vent’anni rappresenta una delle eccellenze della contemporaneità newyorkese (noti sono i suoi «Marathon», ovvero live informali che durano diverse ore), si muove tra minimalismo e atmosfere di carattere «ambient». Prima tappa di una serie di cinque «live» tutti targati America. È la nuova stagione dell’ensemble di Carlo Boccadoro & C., arrivata alla sesta edizione. Viaggio alla (ri)scoperta dei pionieri dell’invenzione musicale del «Nuovo Mondo», così è stata battezzata la manifestazione: Ives, Cage, Glass, Reich; e ancora i più recenti Adams, Lang, Gordon e Johnson. Un cartellone che è in parte la parabola della «scuola» a cui Sentieri Selvaggi - il loro nome lo hanno preso dal film western del 1956 di John Ford con John Wayne - si sono ispirati per il progetto e il proseguo della loro attività. Se n’è parlato a Palazzo Marino; tra i presenti, oltre alcuni componenti dell’associazione, l’assessore milanese alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, che ha testimoniato l’interesse e il sostegno finanziario che il Comune dell’era Moratti continua a dare a questo ensemble, anche in tempi non certo facili per le arti in generale. La frase d’ordine? «Fare squadra», è stato ricordato. In effetti, per questa edizione, è l’annata delle collaborazioni: da quella con il Puccini stesso (che ha accolto a braccia aperte l’orchestra), a quella dell’Accademia Internazionale della Musica-Fondazione Scuole Civiche di Milano (a spiegare c’era il direttore Fulvio Clementi) per una masterclass col compositore David Lang e l’esecuzione di «Child» (impreziosita da un’installazione di Vjing realizzata dall’Istituto Europeo del Design) al concerto finale con gli allievi del Conservatorio (il 18 maggio).
Sul palcoscenico salirà una formazione di studenti che affiancherà gli strumentisti dei Sentieri Selvaggi per la prima italiana di «Double Sexten» del compositore Steve Reich, preceduta dalla prima assoluta di una partitura di Giovanni Verrando, commissionata dall’ensemble, e da una prima europea della giovanissima autrice Anna Clyne. Non solo note, però.


I Sentieri Selvaggi, maestri anche nel comunicare la creazione e le sue necessità, visto il periodo, portano avanti una campagna per trovare i mezzi necessari per continuare a esistere e a diffondere le «musiche che abitano il contemporaneo». La campagna chiede agli amici, a seconda delle loro possibilità, fondi e sostegno.

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