Il Cavaliere prepara per Natale un messaggio agli italiani

Il premier già al lavoro nonostante lo stop imposto dai medici Ieri ad Arcore l’incontro con Tremonti, Bossi , Calderoli e Cota

Roma - Pranzo in famiglia, a tavola con i figli Barbara, Eleonora e Luigi. Cena in «amicizia», per dirla con le parole di Giulio Tremonti, ospite a Villa San Martino insieme a Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Cota. Archiviata la prima ondata di visite a ripetizione, Silvio Berlusconi tira un po’ il fiato. E a eccezione della comitiva in larga parte targata Lega, con cui trascorre la serata, tra una battuta e un brindisi, il sabato del Cavaliere è all’insegna del relax. Oltre a Guido Bertolaso, infatti, che fa un salto ad Arcore per sincerarsi delle condizioni di salute del premier, poche volte il portone principale della residenza viene spalancato.

Se il citofono langue, è pur vero che il telefono di casa squilla più volte. E da Roma, ma non solo, i suoi provano a contattarlo per raccontargli quanto sta avvenendo nel Palazzo. Dalla nuova apertura politica di Massimo D’Alema all’affondo di Pier Ferdinando Casini (che non dovrebbe aver digerito del tutto). Due filoni che lo sfiorano soltanto, però, mentre pensa a come organizzare le prossime settimane senza telecamere puntate addosso.
D’altronde, riferisce un ministro, «adesso è davvero più tranquillo, è reattivo, e ha ampiamente metabolizzato il dolore per i fatti di domenica scorsa». Fatti di cui porta e porterà a lungo i segni, tanto da fargli annullare impegni e uscite pubbliche, compresa la tradizionale conferenza stampa di fine anno. E se da una parte sembra scemare l’idea di passare la nottata prenatalizia a Onna, insieme a chi continua a patire il dramma del terremoto di aprile, Berlusconi - raccontano un paio di fedelissimi - sta lavorando comunque alla messa a punto di un messaggio da rivolgere agli italiani. A ridosso delle festività, è ovvio, e probabilmente in «formato audio», da far girare magari nelle radio e nelle tv. Solo ipotesi, per il momento, come quella (scartata) che prevedeva l’incontro di fine anno con la stampa a opera dei ministri, con un collegamento telefonico del capo del governo.

In ogni caso, al di là del riposo imposto dai medici, il presidente del Consiglio «scalpita per ritornare in prima linea», spiega chi ha avuto modo di fargli visita. Lo fa intendere pure Ignazio La Russa: «Ho sentito Berlusconi al telefono ultimamente e l’ho trovato con una voce squillante, pronto a scendere in campo, anche se cose del genere lasciano comunque sempre un segno. Lui però è capace di trasformare un evento negativo in un evento positivo». Conferma tutto Maurizio Gasparri, che lo raggiunge telefonicamente nel tardo pomeriggio: «È in forma, combattivo e pronto a ritornare in pista, anche se purtroppo non può farlo subito».

Intanto, all’interno del Pdl, tra l’ala finiana e il resto della truppa si tenta di suggellare la tregua armata sancita a fatica, a cui potrebbe contribuire non poco il prossimo faccia a faccia ad Arcore tra Berlusconi e Gianfranco Fini. In generale, invece, anche nel centrodestra si prova a facilitare il tanto agognato «dialogo con l’opposizione», che rimane il principale auspicio del Cavaliere. Che se da una parte non è ancora riuscito a farsi del tutto una ragione per l’attacco fisico subìto sette giorni fa sotto il Duomo della sua Milano («non capisco davvero come possa continuare questa campagna di odio contro di me», ripete nelle ultime ore), dall’altra prova a guardare al bicchiere mezzo pieno. Ovvero, spingere verso la politica del «rispetto dell’avversario e di confronto - afferma Maurizio Lupi - su temi che non sono tabù, come quelli della giustizia o delle riforme costituzionali». Per capirci, bisogna sperare nell’emulazione dell’atteggiamento «positivo» emerso dalle parole di Massimo D’Alema e dal gesto di Pierluigi Bersani, «la cui visita al premier», durante il ricovero al San Raffaele, «non è stata solo di solidarietà umana, ma anche un gesto politico». Si vedrà, «se sono rose fioriranno», auspica Paolo Bonaiuti. Ma serve una «scelta chiara» di «rottura» - commenta Daniele Capezzone - da parte del centrosinistra, nei confronti dell’Idv.

Riforme, quindi. Tema che finisce nel menu serale della cena a Villa San Martino, su cui il Senatùr punta parecchio (vedi attuazione concreta del federalismo fiscale).

Con Calderoli che lancia l’idea di una convenzione costituente, una sorta di Bicamerale, incaricata di sottoporre alle Camere un testo condiviso di revisione costituzionale. E un passaggio sulle Regionali, nel giorno in cui il Carroccio ufficializza Luca Zaia come candidato governatore in Veneto, anche se «in amicizia», fa capolino tra una portata e l’altra.

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