Milano«Sei una m..., sei una m...! Berlusconi m...!». La contestazione solitaria di Davide Piccardo, figlio del leader di un movimento integralista vicino ai Fratelli Musulmani e candidato nella lista di Nichi Vendola alle prossime elezioni comunali milanesi, smuove appena appena la giornata - per il resto liscia ai limiti del tran tran - della nuova apparizione di Silvio Berlusconi nel tribunale di Milano. Ormai è la terza volta che il Cavaliere, da quando ha inaugurato la sua strategia della presenza ai processi milanesi, si presenta a palazzo di giustizia. E come è inevitabile tutti - sostenitori, oppositori, probabilmente lo stesso premier - hanno perso un po lo smalto della prima volta. Con leccezione dellultrà Piccardo, che peraltro poi sostiene di essere passato di lì per caso: anche se sventolava uno dei manifesti contro i giudici affissi laltra settimana a Milano, e che evidentemente si era portato da casa.
Su, in aula, al settimo piano, succede poco. Berlusconi alludienza precedente di questo processo aveva avuto tempo, nelle lunghe pause, di spiegare la sua opinione un po su tutto, dai giudici di sinistra alle intercettazioni. Questa volta invece non ci sono pause. Berlusconi se ne sta seduto al suo posto, tranquillo, visibilmente un po annoiato. Solo una volta viene richiamato ai suoi impegni di capo del governo, quando dalla Batteria - il centralino-vip del Viminale - arriva una telefonata urgente, e lui esce in corridoio. Poi il premier torna al suo posto. Niente battute, niente esternazioni. Si appassiona alludienza solo quando prende la parola Roberto Pisano, il difensore di Frank Agrama. È il passaggio chiave dellinchiesta, Berlusconi ascolta con attenzione, poi chiede di intervenire. Ancora dieci minuti, poi ludienza si interrompe per pranzo. E Berlusconi ne approfitta per andarsene: «Tutto bene, tutto tranquillo» è lunico commento che rilascia ai militanti del Pdl che lo attendono in strada.
In questo clima vagamente surreale - con il premier deciso a dimostrare la assurdità della situazione presenziando ad udienze cui nessun imputato si presenterebbe - il tribunale milanese si trasforma in una cittadella assediata, dove la ordinaria amministrazione viene soppressa in nome delle esigenze della sicurezza, con i carabinieri mandati a dare la caccia ai giornalisti sulle scale secondarie, gli avventori abituali del palazzo irritati fino allesasperazione, e persino i parlamentari costretti a subire i diktat. Con la conseguenza che Daniela Santanchè, blindata a distanza dallaula di udienza, denuncia di aver dovuto andare alla toilette pedinata dalla Benemerita.
Eppure se si dovesse fare una classifica dei quattro processi in corso a Milano a carico del capo del governo, questo di ieri cosiddetto Mediatrade, e quello gemello per i diritti tv, sono un po le Cenerentole, troppo astrusamente tecnici per appassionare lopinione pubblica. Il terzo, quello per la presunta corruzione dellavvocato David Mills, riprenderà lunedì prossimo, data della prossima apparizione annunciata del Cavaliere in tribunale: e lì il contesto è più semplificabile, ma il destino del processo appare segnato dalla imminente legge sulla prescrizione breve. La partita vera, mediatica e giudiziaria, si gioca sul fronte del «Rubygate», linchiesta sulle notti hard di Arcore, prossima udienza il 31 maggio.
Il Cavaliere rassicura i fan «Tranquilli, va tutto bene»
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