Jerez. Ha guidato piuttosto bene e il terzo posto deve essere giudicato positivamente, anche se Casey Stoner è un vincente e, come tale, si è abituati a vederlo lottare per la prima posizione. Ma a Jerez, Casey non era mai salito sul podio e la Ducati è sempre stata in difficoltà: insomma, ci sono situazioni nelle quali un piazzamento può e deve essere considerato quasi come un successo. «È un risultato insperato - racconta l'australiano - perché fino al warm up Rossi, Lorenzo e Pedrosa avevano un passo migliore del mio. Per la gara, io e la squadra abbiamo deciso di azzardare un cambiamento importante, che si è rivelato azzeccato. Ero sufficientemente veloce, anche se non potevo essere troppo aggressivo, perché più di una volta ho rischiato di cadere per la chiusura dello sterzo. Quando Lorenzo è arrivato a meno di un secondo da me, ho pensato di non riuscire a difendere il terzo posto, ma ho provato a spingere un po' più forte. Poi lui è caduto». È soddisfatto Casey e fa bene ad esserlo, perché a Jerez ha dato dimostrazione di grande forza e ottima tenuta psicologica. E i risultati dei suoi compagni di squadra confermano che Stoner è un pilota straordinario. Nel 2008, la colpa degli scarsi risultati delle altre Ducati veniva imputata ai piloti, cambiati tutti - Stoner a parte, naturalmente - per il 2009. Ma modificando i fattori, il risultato non cambia, con tutte le rosse a due ruote a chiudere la classifica. Un disastro per la casa di Borgo Panigale, un successo personale per il campione australiano, che si conferma pilota di straordinario valore. Non a caso, Rossi lo indica come il suo principale avversario.
«Qui e in Giappone - chiude Casey - abbiamo faticato un po', non riuscendo a inserirci nella lotta per la vittoria. Ma non siamo lontani in campionato (-11 punti da Valentino, ndr) e le prossime piste ci sono sicuramente più favorevoli».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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