Il Cavaliere si confessa col Pdl: «Sono stato male per i traditori»

Il Cavaliere si confessa col Pdl: «Sono stato male per i traditori»

Roma«Sarebbe masochismo non arrivare a una alleanza con la Lega dentro il centrodestra alle prossime elezioni. Monti? Gli ho detto che i prossimi provvedimenti devono essere discussi con la maggioranza che lo sostiene». Rilassato, sorridente, sollevato per le scuse incassate da parte dell’avvocato Mills, Silvio Berlusconi all’uscita dal Palazzo di Giustizia di Milano si concede volentieri ai cronisti, nel giorno dell’approvazione definitiva della manovra economica del governo.
«Abbiamo accettato di votare il decreto, un decreto del quale non condividiamo molte parti. Volevamo soluzioni meno detrittive per l’economia ma abbiamo scelto il male minore. In questo momento la caduta del governo sarebbe esiziale per il Paese». La linea, insomma, non cambia: la manovra non rispecchia la filosofia economica del Pdl ma questo non è tempo per i distinguo. Ora però il governo deve riaprire un canale di dialogo più forte con le forze politiche. Nel frattempo resta aperta la grande questione delle alleanze con l’incognita della Lega, salita sulle barricate dell’opposizione parlamentare. «La Lega fa opposizione e ci si diverte anche molto» sorride Berlusconi, facendo riferimento alle proteste dei senatori del Carroccio, con tanto di fischietti. «Rido perché sono anche simpatici quei comportamenti in parlamento». L’ex premier riserva poi un pensiero all’Udc che «o rientra nel centrodestra o corre da solo». La questione di Pier Ferdinando Casini «è un tema importante per il centrodestra, i suoi elettori sono moderati e cattolici, in Europa sta con noi nel Ppe». Berlusconi aggiunge anche un elemento di retrospettiva storica: «È stata An» all’epoca «a porre la condizione» di non far entrare l’Udc nel Pdl e noi abbiamo scelto An». Quando i cronisti gli domandano un commento sulla possibilità che Luca Cordero di Montezemolo possa scendere in campo, Berlusconi spalanca le porte. «Ben venga chi arriva dal mondo del lavoro». C’è spazio, infine, per un piccolo rimpianto. «Nella mia vita non credo di aver fatto grandi errori tranne quello di entrare in politica. La mia unica colpa è non essere riuscito a convincere il 51% degli italiani per cambiare l’Italia e sono stato costretto a pagarne le conseguenze: discutere continuamente con gli alleati e non riuscire a far approvare neanche una legge».
Nella serata di mercoledì, durante il brindisi con i senatori, l’ex premier si era lasciato andare ad alcune riflessioni personali sulle delusioni vissute in questi ultimi due mesi, tornando sui «tradimenti» subiti. «Non sono stati momenti facili dal punto di vista umano» ha confessato. «Prima Antonione poi la Carlucci, ora Gorla (il consigliere Rai che ha votato per la rimozione di Augusto Minzolini dall’incarico di direttore del Tg1 ndr), una persona che ho sempre stimato, che ha lavorato in Fininvest per oltre dieci anni e che ha contribuito alla nascita di Forza Italia.

Hanno creato le condizioni per spaventarlo e lui ha avuto timore di essere accusato di abuso d’ufficio. Ma a volte bisogna saper resistere alle pressioni e fare scelte coraggiose. Quello inferto a Minzolini è stato davvero un colpo basso che non meritava».

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