MilanoUna brezza neoromantica spira sulle collezioni della prossima estate portando con il profumo dei fiori, la sottile nostalgia per la propria storia. «L'innocenza del primo bacio, la voglia di essere coccolati, e la felicità di uscire da un momento difficile», così spiegava Roberto Cavalli la nuova collezione andata in scena ieri su una passerella in cotto fiorentino. Con nuovi manager al suo fianco lo stilista toscano tira un sospiro di sollievo e si concede quel pizzico di tenerezza che non esclude il sex-appeal.
Risultato? Una sofisticata nonchalance che chiama alla mente l'immagine di una moderna Virginia Woolf. Le stampe sono minute, floreali, spesso a motivi cravatteria, mescolate, sovrapposte, impresse su chiffon ricamati, moltiplicate all'infinito. Un gioco di sovrapposizioni - abito su abito, tablier su guaine e reggiseni, giacche gessate e pantaloni maschili rubati al guardaroba del boy friend - trasforma la bella stagione nel momento perfetto per vestirsi di insostenibile leggerezza. Insomma il patrimoio di segni e di linguaggi che gli inglesi chiamano heritage è la ricchezza di molti designer che hanno fatto la storia della moda italiana. Giorgio Armani, per esempio, non dimentica una delle poche collezioni che nella sua carriera non hanno sfilato: era ispirata ai coloratissimi quilt americani. Da qui il piacere di incantare la donna Emporio con una declinazione di giacche, piccole o allungate, perfette per tipe spigliate che amano il corto e il sexy di abiti facili come maxi T-shirt di seta e la non consueta combinazione di abito con giacca.
Se poi il maestro pensa alle passeggiate nei giardini italiani e ai mari del Sud, si può star certi che il segno è grafico e non esotico, il twist è quello delle righe che sembrano circuiti elettronici, il tono è quello dei rossi, dei fucsia, del corallo e dell'arancio. Un'eleganza «Very Armani».
Moschino si appassiona ai suoi pezzi iconici rivisti in chiave moderna. Così in passerella si materializzano il tailleur nero con i bordi di perle, l'abito stampato a cuori e quello con il simbolo della pace in perle bianche e oro intagliato sulla schiena, il chiodo tempestato di pins colorate. E poi, ancora stampe ciliegia, girasoli, ricami di coralli e di turchesi. Rossella Jardini non poteva far di meglio. Un bel lavoro d'archivio anche quello di Paolo Gerani per Iceberg che ha utilizzato i grandi successi della maison - i cartoon e la Pop Art - per dare nuova forma ai modelli. Tema? Un viaggio simbolico in cui Topolino parte per il safari e incontra Andy Warhol. Tradotto in vestiti significa che l'abito busterier nero ha la parte superiore a orecchie così come sono le spalle del pull di fettuccia. Ma la vera avventura si veste di classici pezzi militari, dalla sahariana alle gonne e agli abiti camouflage dove le macchie non son altro che le divertenti faccine di Topolino.
Di heritage vive anche Max Mara che deve la sua fama alla capacità di vestire il quotidiano. Questa volta Laura Lusuardi, fashion director, ha tracciando l'identikit di una femminilità moderna.
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