Il cavallo Vidal salvato dal mattatoio

Nino Materi

Nella circostanza le femministe persero un’ottima occasione per tacere. Correvano gli anni ’80 e lungo la spiaggia televisiva degli spot pubblicitari correva anche un destriero bianco, alzando schizzi di sabbia mista a schiuma di mare. La réclame piacque a tutti, con l’eccezione appunto delle femministe che protestarono ricorrendo a un linguaggio a loro caro: «Quel cavallo è un emblema maschilista che esalta la cultura fallocratica dell’uomo».
In realtà lo stallone della Vidal era sì un simbolo, ma un simbolo di libertà in un’Italia refrattaria a ogni divieto. Ma oggi il cavallo del celebre bagnoschiuma e del dopobarba «Pino Silvestre» che fine ha fatto? Nonostante i suoi 27 anni «Cardinero» - questo il suo nome all’anagrafe equina - è in ottima forma, grazie soprattutto all’amore dell’uomo che lo ha salvato dal mattatoio: un ex camionista di 78 anni per il quale «Cardy» è diventato la sua principale ragione di vita.
«Spero di morire prima di lui - ci racconta Lino Casazza nella su cascina di San Genesio, in provincia di Pavia -, non potrei sopportare la via del mattatoio per questo cavallo che adoro esattamente quanto i miei tre figli e i miei cinque nipoti». Lino è vedovo e vive con una pensione di 500 euro al mese, metà della quale viene spesa per l’alimentazione del suo amico dalla criniera candida». «E candida non è solo la criniera, ma anche il cuore del mio Cardy che spalanca gli occhi di felicità quando i bambini vengono a trovarlo per accarezzarlo e dargli gli zuccherini», si commuove il signor Casazza. In casa un’intera bacheca è dedicata a questo splendido esemplare di andaluso che nella sua carriera ha vinto trofei rsu trofei, conquistando però la fama grazie a una galoppata spumeggiante entrata nella storia di Carosello. «E dire che dopo il travolgente successo dello spot Vidal, Cardy era stato ormai condannato a morte - dice Lino -; per fortuna a salvarlo dal macello ci ho pensato io. Eliminarlo sarebbe stato un sacrilegio, Cardy è infatti un fenomeno naturale: gli esperti hanno studiato il suo cervello ed è risultato che è quattro volte più intelligente di un cavallo normale. Fatto sta che con me Cardinero è rinato, tornando addirittura a calcare i set pubblicitari».
Ma questa volta il mitico cavallo bianco - che nel filmato della Vidal era stato il primo animale a interpretare un ruolo di protagonista - si è dovuto «accontentare» di dividere la scena con la top model Valeria Mazza nello spot per le calze «Sanpellegrino». Qui però, ad accompagnare il ciak, non c’era (come nel caso del bagnoschiuma Vidal) la solennità della colonna sonora scritta da Keith Papworth, bensì la presenza del macho Antonio Banderas che - a dispetto delle femministe - accarezza le belle gambe della Mazza opportunamente scesa da cavallo. «Ma per Cardinero c’è ancora tempo per un’altra comparsata d’autore - aggiunge con orgoglio il suo padrone -: il cantautore Roberto Vecchioni si è ispirato a lui per la canzone “Bandolero stanco” immortalandolo anche sulla copertina del suo album, dove però appare di colore nero per ragioni grafiche».
«Il momento più felice della giornata è quando mi sveglio la mattina e sotto la finestra c’è già Cardy che mi aspetta per fare “colazione” - si illumina il signor Casazza -. Qualche tempo fa sono stato in pena per una brutta infezione che costringeva Cardy a zoppicare vistosamente, ma poi tutto si è risolto nel migliore dei modi grazie all’aiuto fraterno di Zorin, un maniscalco romeno diventato il “medico” ufficiale del mio Cardinero». La prossima impresa di Cardy? «In passato ho già regalato un cavallo a un’associazione impegnata nel recupero dei piccoli disabili - dice Lino -; un tempo le mie stalle erano piene di animali, ma adesso a 78 anni non ho più le energie per accudirli. E poi 500 euro al mese mi bastano appena per sopravvivere con il mio Cardy. In paese mi vogliono tutti bene, e quando vado in giro con Cardinero tutti mi fanno i complimenti».


Affetto e stima che il Comune di San Genesio (ma anche - perché no - le aziende «Vidal», «Sanpellegrino» o il cantautore Roberto Vecchioni) non sarebbe male trasformassero in un aiuto concreto, magari sotto forma di una periodica fornitura di biada. Cardinero gradirebbe, ringraziando con una bella corsa nel ricordo dei bei tempi che furono.
Nino Materi

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