Cavani salva un povero campionato

L’ultima chicca è un gol di tacco, quando tutti pensavamo fosse di testa. Edinson Cavani non ci ha fatto mancare proprio niente in questo girone d’andata. E un appassionato telecronista ha scovato la sorpresa, dopo aver visto e rivisto il filmato: tacco-testa, più che tacco soltanto. L’uruguayano ha segnato usando tutto e di tutto, un gruzzolo da matador (20 reti in 5 mesi, di cui 13 in campionato), mancava la maravilla e il terzo gol contro la Juve ha colmato la lacuna. Alla faccia di Moratti che, anche ieri, ha fatto spallucce. «Rimpianto? Certo, ma per tutti i bravi giocatori che non riesco a prendere». Invece quando se la spassava con Recoba... Però Moratti sta in buona compagnia: anche Abramovich ha fatto spallucce quando Ancelotti gliene ha consigliato l’acquisto. Idea, fra l’altro, suggerita da Arrigo Sacchi.
Il girone d’andata ci lascia con l’appendice (mancano due partite dell’Inter) e magari con l’appendicite (ohi che dolor, vedere un campionato così misero). Ci ha appassionato con il continuo risfogliare la bravura di Cavani che può eguagliare Antonio Vojak, italiano, il miglior cannoniere di sempre del Napoli (22 reti in 34 partite nel ’32-33), oppure Daniel Fonseca, uruguayano, ultimo goleador principe del Napoli con 16 gol in 31 partite(’92-93). Tanto per farsi l’occhio: a Napoli hanno visto solo Maradona vincere il titolo di capocannoniere (15 gol davanti a Careca: ’87-88).
L’orgoglio d’Italia si consoli con il suo Totò: un nome, una garanzia. Totò Di Natale è il killerino della nostra provincia calcistica, ma conta la miccia sempre accesa. Il freddo gennaio ci fa rimpiangere qualcosa del passato, ma ci ha aiutato a riscoprire (e talvolta rinsavire nelle opinioni) la bravura di Ibrahimovic. Milan su e Inter giù per una questione di gol e goleador. In rossonero Ibra ha trascinato la compagnia, in nerazzurro Milito ha bucato troppe occasioni e procurato grattar di crapa alla gente interista: è ancora lui? Non è più lui? E con Sneijder la problematica diventa doppia.
Il bello e il brutto si aggrappano al “più” e al “meno” di Milan e Inter. Per esempio, non c’è stata squadra che abbia vinto l’andata nei campionati a tre punti con punteggio così basso (40 punti). Ma l’Inter, anche se vincesse i due recuperi con Cesena e Fiorentina, avrebbe conquistato 10 punti in meno rispetto alla scorsa stagione: un abisso. Tranquilli, Moratti aveva già pronto il colpevole da tempo: dici Rafa Benitez e non sbagli. Sì, certo i punti parlano contro, ma di peggio ha fatto lo spogliatoio. Dunque nel “pollice verso” mettiamoci pure il comportamento dei giocatori nerazzurri e del loro presidente, che anche ieri non si è negato la sviolinata a Leonardo: «Con una squadra sana, un buon allenatore ci può portare avanti e quello lo abbiamo». E così tutti felici e contenti.
Nel pollice in alto ricordiamo l’impresa di Napoli e Lazio, galleggiano in alta classifica con bilanci monstre che sanno equilibrare spese e incassi, senza negarsi l’acquisto di bravi giocatori. Nel negativo inseriamo la sensazione che ci stiamo perdendo un campione come Buffon, per incomprensioni interne e per quel dubbio che si lega al suo stato fisico. E che dire del bollettino di infortuni e degli infortunati: Inter, Juve e Milan guidano il gruppo. Solo in Italia vediamo così tanti cerotti.
Nei “più” mettiamoci il miglior punteggio della Roma nelle partite casalinghe (23 punti) e la disfatta interna del Bari (9 punti). Roma, Inter e Fiorentina guidano la classifica delle deludenti. La Juve può deludere solo chi pensava che Delneri fosse un allenatore da gran premio e Amauri un centravanti. Nel positivo, conta la leadership interna del Milan (20 punti) e i gol segnati (34), ma pure il tiro a bersaglio fatto dal Palermo: 272 tiri in porta a fronte dell’altalenante vena di Pastore: insieme ad Aquilani fra color che sono sospesi... nel giudizio.
Fanno classifica quelli che non t’aspetti: la definitiva esplosione di Matri, la novità Ilicic, la riconferma di Abbiati e Viviano come portieri di qualità. Ma anche l’Inter squadra meno fallosa (202) e meno ammonita (24), il Genoa che ha subito meno reti (15) e la Roma con i nervi a fior di pelle (6 espulsi).

Per ora è il campionato con il minor numero di gol segnati (439). Si dirà: allora la parola alla difesa. Ecco: pensate che Chiellini e Bonucci formano la coppia titolare della nazionale. E, perso Samuel, l’Inter è naufragata. E allora? Per fortuna che c’è Cavani.

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