Gianandrea Zagato
Prendete unordinanza del Tar, un consigliere regionale ds che si crede il primo della classe e mischiate il tutto con un sindaco in preda ad una crisi di nervi perché sa di essere a fine corsa. Il risultato? «Un virgolettato che è la mistificazione della verità» confida lavvocato Bruno Santamaria, che ben conosce il peso delle parole ma sa pure che la «verità» non è quella interpretata dal diessino Giuseppe Civati.
Giudizio che fa carta straccia di quellaffermazione del diesse secondo cui «il Tar dà ragione al Comune di Monza rispetto alla sussistenza delle salvaguardie urbanistiche» e, quindi, «questa è una vittoria per Michele Faglia e la sua giunta, una bella notizia per Monza». «Vittoria? Bella notizia? Mah, sono vagheggiamenti» aggiunge Santamaria: «Il Tar non dà alcuna ragione al Comune su Cascinazza. Lordinanza - che ricordo non è una sentenza - riguardava una pratica edilizia - non relativa allarea Cascinazza - che il Comune aveva respinto perché il progetto non era conforme alle norme. Ne avevo reclamato davanti al Tar la sospensiva e il giudice non lha concessa perché non conforme alle norme».
Ma, attenzione, il magistrato «nella sua ordinanza ricorda e prende atto che davanti alla Corte costituzionale pende il ricorso del Governo contro la legge regionale sullurbanistica. E quel ricordo del giudice non è unespressione di merito: anzi, è lo stesso giudice che, in altra ordinanza, di una decina di giorni fa aveva sottolineato che la legge regionale va applicata e non disattesa come fanno Faglia e la sua giunta».
Tutto chiaro, larchitetto Faglia e i suoi pasdaran hanno «interpretato» a modo loro unordinanza che non gli dà «ragione su Cascinazza»: «Devono riporre nel frigorifero le bottiglie di champagne stappate nel nome della menzogna e continuare a preparare i bagagli perché la loro dipartita savvicina» chiosa Massimo Ponzoni, assessore della Regione Lombardia. Già, a Monza si va al voto e Faglia ritenta la conquista della poltrona di primo cittadino con tutti i mezzi, anche «interpretando virgole, punti e punti e virgola del Tar».
Domandina, ma cosa mai deve proteggere il sindaco rosso? «Le operazioni immobiliari legittime ma, diciamo, di dubbio gusto messe in piedi dalle cooperative rosse» risponde Osvaldo Mangone, capogruppo consiliare di Forza Italia. E tra gli esempi spunta il piano di lottizzazione della cooperativa sestese Camagni-Olmini, dove «se fossero state rispettate la norma e la pratica che, laddove si trasforma il territorio, vuole siano cedute le aree a titolo di standard, be avrebbero potuto edificare al massimo 24mila metri cubi invece dei 36mila.
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