Cdp come l’Iri? Non so, vigileremo

da Roma

Fusioni e concentrazioni bancarie non sono in contrasto con gli interessi degli utenti: «Almeno fino a un certo punto - spiega Mario Draghi, rispondendo alle domande dei senatori della commissione Finanze di Palazzo Madama - concentrazione e concorrenza vanno insieme: tanto è più grossa la scala su cui si svolgono queste concentrazioni, tanto più bassi sono i costi» dei servizi. Concentrazioni, dunque, da favorire anche nell’interesse della clientela, ma questo non significa che debba essere allentato il controllo a monte. Nonostante le nuove norme di vigilanza escludano il via libera preventivo di Via Nazionale alle operazioni di concentrazione tra banche, secondo Draghi resta infatti fondamentale l’autorizzazione della Banca centrale alle fusioni: «È uno strumento essenziale - dice - perché la Banca d’Italia assolva al proprio compito di vigilare sulla qualità e sulla solidità di coloro che intendono acquisire il controllo delle banche».
Altre domande al governatore hanno riguardato la Cassa depositi e prestiti, e l’Ufficio italiano cambi. Come evolverà la Cdp? «Non posso rispondere sul fatto che diventi una nuova Iri o meno - precisa Draghi -: comunque, resta soggetta alla nostra vigilanza e il risparmio investito in mutui e partecipazioni azionarie verrà vigilato».

E che ne sarà dell’Uic, dopo la riforma? «L’idea è che, a regime, l’ufficio venga inglobato nella Banca d’Italia - risponde il governatore - mantenendo però l’azione anti-riciclaggio protetta da certe autonomie particolari».

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