Ceccato dirige la Verdi senza cachet

Stasera (ore 20) salirà sul podio dell’Orchestra Verdi, nell’auditorium in Largo Mahler, rinunciando al cachet e sostenendone la causa. Il direttore d’orchestra Aldo Ceccato (a lungo a capo dei Pomeriggi Musicali), lancia appelli a sostegno della Verdi impugnando la bacchetta e collocando sul leggio, oltre alla Quarta, la Quinta Sinfonia di Beethoven. Già, la Sinfonia in do minore con quel tema-motto (il celeberrimo ta-ta-ta-tàa) che nell’immaginario comune, confortato da leggende, incarna «il destino che bussa alla porta». Ceccato si augura «che questo destino non sia crudele con la Verdi: un veicolo culturale importante». Martedì anche Riccardo Chailly, a lungo alla testa della Verdi, ha rilasciato dichiarazioni a sostegno dell’orchestra in bancarotta e a rischio chiusura. «Il fatto che una figura come quella la Verdi rischi di morire – ha osservato il direttore - mi rattrista molto. Mi rammarica vedere versare in queste condizioni una realtà importante per Milano, città che ha già subito la menomazione dell’orchestra Rai. È grave per l'orchestra e anche per la città che ne esce con un'immagine perdente: è una realtà viva, così bella».
Ceccato rimarca: «Dirigo gratuitamente, e non è la prima volta che lo faccio per la Verdi. Vorrei essere il primo ma non l’unico. Sarebbe bello che pure altri colleghi della stagione passata e presente salissero sul podio. Lancio questo appello». Ceccato, attualmente direttore dell’Orchestra Filarmonica di Malaga, spiega «ho diretto quest’orchestra nel Requiem in omaggio a Romano Gandolfi, in febbraio, ma poi la situazione è quasi precipitata. Già allora avevo detto di contare su di me. Io non sono nipote di Rockefeller, sono un comune mortale che vive di questa professione e offre ciò che può». E bacchetta chi di dovere, cioè «i politici e le istituzioni private: devono capire che questa orchestra non può estinguersi».

In questi giorni ha discusso con i ragazzi (ormai cresciuti visti i 14 anni di attività) della Verdi, «sono in una situazione disperata» ci si chiede infatti con che spirito si possa raggiungere la scena. Ora Ceccato è in Spagna, Paese la cui floridezza e spinta culturale è direttamente proporzionale alla recessione di casa nostra, «paradossalmente gli stranieri vedono ancora nell’Italia il Paese della grande musica».

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