Migliaia di pendolari a terra nell’ora di punta. Motivo? Il deragliamento di un convoglio della metropolitana all’altezza della stazione di Cascina Gobba. Fermo della linea 2 per sei ore, dalle 7.30 alle 13.30. Quattrocentoventi minuti conditi dall’ormai abituale litania di protesta dei milanesi (e non) sull’impossibilità (o quasi) di avere la certezza di un viaggio senza intoppi sulle tratte Atm.
Stavolta però l’incidente non è provocato da conducenti distratti o, come spesso accaduto negli ultimi mesi, dal malfunzionamento degli scambi, bensì da uno «smottamento del terreno». «Il punto interessato dal deragliamento» precisa infatti l’ufficio stampa dell’azienda tranviaria «è parte di una tratta dove Atm sta procedendo alla sostituzione dell’armamento ossia dei binari che hanno problemi sia per l’età che per la rumorosità». In quel punto, dettaglia la direzione tecnica di foro Bonaparte, «peraltro non ancora toccato dal programma di manutenzione, la velocità dei convogli scende da quindici a cinque chilometri all’ora». Dagli esami della massicciata e della porzione di rotaia l’ipotesi che «è avvenuto lo smottamento, forse provocato dalle forti piogge di questi ultimi giorni e la conseguente rottura della rotaia, che ha visto il primo carrello della quinta carrozza uscire dai binari».
Naturalmente, immediata l’entrata in servizio di bus sostitutivi tra Cascina Gobba e Vimodrone e, successivamente, il ripristino della circolazione su un binario unico «per limitare i disagi ai passeggeri in attesa».
Fin qui, le spiegazioni dell’azienda guidata dal manager Elio Catania sempre più spesso costretto a chiedere scusa ai milanesi per le inefficienze del servizio provocato, ricordava appunto l’amministratore delegato alla commissione Trasporti del Comune, da «anni di mancato investimento nell’ammodernamento delle infrastrutture». Giustificazione che non è però più sufficiente, secondo gli esponenti del Pdl e della sinistra, per chiedere scusa: «La situazione è all’emergenza e occorrono misure forti, il sindaco Letizia Moratti commissari subito Atm» (Roberto Caputo, Socialisti), «basta con le rassicurazioni di Catania, pretendiamo a nome e per conto dei cittadini la certezza di poter viaggiare in tranquillità sui mezzi pubblici» (Giulio Gallera, Pdl), «chiediamo spiegazioni perché il progetto sicurezza di Catania non funziona» (Giovanni De Nicola, An).
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