Celentano o Greggio Carlucci o Ventura Oscar tv al fotofinish

Nomi illustri in lizza per il premio creato da Daniele Piombi in onda su Raiuno sabato 18. Per il personaggio rivelazione in corsa Pupo, la Chiabotto e la D’Amico

Celentano o Greggio Carlucci o Ventura Oscar tv al fotofinish

Paolo Scotti

da Roma

Come per l’uovo o la gallina, anche per i premi televisivi il lettore si chiederà se sia nato prima l’Oscar tv, patrocinato dalla Rai, o il Telegatto, creatura di Mediaset. In realtà la statuetta più popolare è anche la più giovane: l’Oscar tv è stato ideato infatti ben 46 anni fa (circa una ventina prima del Gattone di Canale 5) da Daniele Piombi; «e solo quando, passeggiando con Gigi Vesigna, allora direttore di Sorrisi e Canzoni Tv, decidemmo di affiancare al mio premio attribuito dalla critica uno patrocinato dal suo giornale e consegnato dal pubblico, nacque il concorrente più diretto della mia istituzione». Seguendo in diretta tv sabato 18 marzo su Raiuno la 46ª edizione, dal Teatro Ariston di Sanremo, per la presentazione di Milly Carlucci e con la partecipazione straordinaria di Max Giusti, il telespettatore potrà rendersi conto una volta di più della differenza che distanzia un riconoscimento dall’altro. «Il nostro Oscar tv viene come sempre attribuito dall’Accademia, cioè dalla giuria di addetti ai lavori presieduta dallo stesso Gigi Vesigna, e costituita da giornalisti come Marida Caterini, Alessandra Comazzi o Ferruccio De Bortoli, dal vignettista Giorgio Forattini e dallo sportivo Franco Baresi. Costoro hanno votato sia le terne dei finalisti che il nome del vincitore nelle varie categorie, candidando inoltre venti dei migliori programmi delle reti generaliste e anche delle tv satellitari e digitali, fra cui verranno scelti i top ten, cioè le dieci migliori trasmissioni dell’anno. Fra queste ultime, inoltre, con il televoto da casa lo stesso pubblico potrà, in diretta, decretare il migliore programma in assoluto della stagione».
Che l’Oscar di Piombi venga attribuito da esperti del settore, e non dalle cartoline dei lettori di una rivista, si intuisce dalla scelta maggiormente equilibrata delle terne dei finalisti. Così, tra i personaggi femminili dell’anno la vincitrice dovrà essere Milly Carlucci, Michelle Hunziker o Simona Ventura; come personaggio maschile potrà essere eletto Celentano, Fazio o Greggio; personaggio rivelazione sarà Cristina Chiabotto, o invece Ilaria D’Amico o magari Pupo; mentre per la miglior fiction Don Matteo dovrà vedersela con Il grande Torino e con Orgoglio. Infine, per il miglior tg, due sole le testate maggiormente votate dalla giuria: il Tg1 e il Tg La7.
«Come sempre anche stavolta qualche titolo, o qualche personaggio, potranno mancare all’appello - considera Gigi Vesigna -, ad esempio mancano molti titoli premiati dall’Auditel. Ma, pur accettandone l’importanza, io non considero l’Auditel una medaglia al valore». Due assenze almeno, però, sono decisamente vistose: quella di Rockpolitik (anche se il suo ideatore, Adriano Celentano, brilla nella categoria del personaggio maschile) e soprattutto quella di Paolo Bonolis. «Ma ritengo che la latitanza di Bonolis sia assolutamente giustificata - taglia corto Vesigna -. In questa stagione non ha fatto cose sensazionali».

Inoltre, quanto a serietà delle candidature, rispetto ai Telegatti Vesigna ha idee precise: «I nostri voti sono firmati e controllati da un notaio. Mentre ai Telegatti capita che, come miglior attore cinematografico dell’anno, venga premiato Christian De Sica. Una scelta che trovo francamente abominevole».

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