Cemento trasparente, il padiglione Italia ha già sedotto la Cina

Expo Shanghai 2010. Pronto l’edificio che ospiterà il nostro Paese. Le città fanno a gara per tenersi la costruzione. Materiali innovativi inventati nei laboratori Italcementi fanno filtrare la luce

Cemento trasparente, il padiglione Italia ha già sedotto la Cina

Il cemento che respira la luce. Trasparente. Di giorno fa filtrare i raggi del sole e di notte vedere l’illuminazione interna anche da lontano. E in grado di resistere a tifoni con venti a 500 chilometri all’ora. Eventi rari, ma non da escludere quando si costruisce in Asia. Il suo primo successo all’Expo l’Italia lo ha già conquistato, vincendo con il suo futuristico padiglione il premio per il miglior edificio costruito a Shanghai nel 2009. Nel cuore della Cina, lì dove nasce l’architettura del futuro. E dove il Primo maggio si inaugurerà l’edizione del 2010, l’ultima universale prima di quella in programma a Milano fra cinque anni.
Ad annunciarlo il commissario generale nominato dal governo per l’Expo di Shanghai 2010 Beniamino Quintieri che ieri alla Triennale (che collaborerà all’allestimento) ha presentato il padiglione Italia in diretta internet, con domande anche dagli internauti. Venti metri di altezza per 60 di larghezza e 70 di profondità, costruito per il 40 per cento con «i.light», un nuovissimo materiale creato da Italcementi nei laboratori di Bergamo e Parigi, racconta il direttore Innovazione Enrico Borgarello. E che, grazie ad additivi e resine polimeriche, permette ai raggi del sole di filtrare con una sequenza di luci e ombre in continua evoluzione nel corso della giornata. Risparmiando energia per l’illuminazione. Un’opera che non andrà perduta. «Alla fine dell’Expo - spiega il professor Quintieri - potrebbe rimanere lì. Ma ci sono anche alcune municipalità che dopo averla vista ci hanno chiesto di poterla smontare e trasportare nelle loro città. Un segno dell’Italia che sicuramente rimarrà in Cina». Con i suoi 3.774 pannelli di cemento trasparente (50 centimetri per un metro e 25 chili di peso) per un totale di 189 tonnellate. «Io ero scettico - ammette Quintieri -, ma il mio scetticismo è stato smentito dai fatti. Il padiglione con queste trasparenze è qualcosa di notevole. Molti altri padiglioni, dei duecento fatti ex novo, erano belli sulla carta, ma dal vivo non avevano resa: non è il caso di quello italiano».
Un’architettura bio-compatibile ed ecosostenibile, assicura l’architetto Giampaolo Imbrighi che l’ha progettata vincendo una gara con altri 65 studi di architettura di tutto il mondo. «Una vetrina - spiega - non è soltanto il contenuto, ma anche il contenente. Per questo abbiamo puntato su volumi e materiali che creino grande effetto sorpresa ed emozionalità». E questo, spiega il direttore generale di Italcementi Giovanni Ferrario, «al centro dell’Expo più importante per numeri, investimenti e partecipanti della storia».

Lì dove in sei mesi sono attesi 70 milioni di visitatori (600mila al giorno di media) e «il nostro Paese potrà mettere in mostra e promuovere le sue eccellenze». Il costo? I materiali sono stati forniti gratuitamente da 50 aziende italiane. Per il resto ci vorranno oltre 10 milioni di euro.

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