Quanti ne ha portati? La domanda è lossessione del candidato, perché anche se non tutti i presenti a una cena si traducono in voti nel segreto del seggio, e cè persino qualche infiltrato dalle linee avversarie, mobilitare migliaia di persone a due mesi dal voto è una prova di forza. E il primo braccio di ferro della stagione è stato vinto da Massimo Buscemi. Il debuttante nel collegio di Milano ha atterrato gli altri candidati con settemilacinquecento ospiti messi a sedere nei locali della Fiera di viale Scarampo e nutriti a tortellini e lasagnette di Giovanni Rana.
Una distesa di tavoli intorno al grande palco, da cui sono saliti e scesi in tanti, politici e persone impegnate nel sociale, da Maria Grazia Zanaboni di Amico Charly a don Mazzi, che ha chiesto fondi in soccorso ai terremotati di Haiti e ha approfittato della gran folla per chiedere di pregare tutti insieme un Padre Nostro. A movimentare la serata gente di spettacolo come il mitico Renato Pozzetto, lex tronista Daniele Interrante e persino Lele Mora («cè un pubblico meraviglioso per un grande uomo»).
«È nato un nuovo gruppo, che mette insieme i miei amici di sempre, e tra i compagni della Bocconi, i colleghi di Publitalia e tanti anni di vita milanese ne ho numerosi, con gli uomini di Maurizio Bernardo, quelli di Stefania Craxi e di Vittorio Sgarbi» commenta soddisfatto Buscemi. Un fritto misto liberale, socialista e cattolico con lobiettivo di ottenere leletto numero uno in città, anche se linteressato smentisce: «Sono abituato alle competizioni, nello sci, nel nuoto e nella politica. È chiaro che quando sei in gara vuoi arrivare sul podio, ma per me laspetto più importante è raccogliere i frutti di ciò che abbiamo seminato».
Sul palco sfila una lunga lista di supporter. Stefania Craxi parla di «una tradizione politica che va da Craxi a don Giussani». Annuiscono lex sindaco Paolo Pillitteri, al tavolo accanto alla moglie Rosilde e al figlio Stefano, assessore della giunta Moratti. Gabriele Albertini è passato a lasciare mille copie con autografo del suo libro «La stanza del sindaco». Daniela Santanchè sorride dal megaschermo. Segnali che storie diverse del passato possono trovare sintesi nuove.
Arriva il presidente della Regione, Roberto Formigoni, di cui Buscemi è capodelegazione in giunta, per dire che «le elezioni regionali del 2010 devono essere un trionfo del nostro modo di stare insieme». Poi si concede un ballo sotto i riflettori. Sfila il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà. Maurizio Lupi, che di Fiera Milano Congressi è amministratore delegato, rende onore al merito del candidato a cui ha affittato i locali: «Tanto di cappello. Non ho mai visto un numero così alto di persone, nemmeno per i grandi congressi internazionali. Alla faccia del partito di plastica. Buscemi ha tanti amici, ha lavorato bene, è stimato ed è in grado di rappresentare ciò che dovrebbe essere un grande partito». Avvistati Paolo Alli, membro del cda di Expo 2015, Mariella Bocciardo, Romano Comincioli.
Leditore del Giornale, Paolo Berlusconi, si offre a una piccola gag con Buscemi. Chiede il candidato: «Hai fatto giochi di prestigio a tavola?». La risposta arriva tra risate e applausi: «Ci pensa già mio fratello, che ha fatto scomparire i comunisti dallItalia».
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