La cena dei bolliti va di traverso a due commensali

Accovacciati per terra, svaccati sui divani, addormentati sui banchi. In una parola, bolliti. L'argomento del giorno è sempre quello, la cena segreta che in quel di Carrù, nel gastronomico Cuneese, ha visto seduti allo stesso tavolo lo stato maggiore della Sanità ma con l'assessore al Bilancio Giovanni Battista Pittaluga e senza l'assessore alla Sanità Claudio Montaldo. Dopo i veleni dei giorni scorsi, i due in aula ostentano serenità parlottando amabilmente. Epperò pare che il caso sollevato dal Giornale abbia avuto ripercussioni inaspettate.
Ci provano un po' tutti, a dar la colpa a chi ha scritto. Ammettono però che, ecco, è chiaro che questa giunta di centrosinistra (sarà la convivenza fra il centro e la sinistra, chissà), s'è dimostrata scricchiolante, se un articolo è riuscito a creare tanto scompiglio. «Le tensioni c'erano già prima, è ovvio» è il commento più quotato fra la bouvette e le salette del Consiglio. Basta guardare a quel che è successo dopo. I Ds hanno messo la «cena dei bolliti» all'ordine del giorno di una federazione politica del partito, domandandosi quale possa essere l'operazione in corso, sarà una lobby contro Montaldo?
E che obiettivi hanno i potenti delle aziende ospedaliere? Nel mirino soprattutto i direttori generali di Bilancio e Sanità, Giuseppe Profiti e Domenico Crupi, entrambi presenti alla cena. «Due carriere rovinate» esagera qualcuno.

La voce più insistente però è che il primo rischia di non venire promosso a segretario generale della Regione e che il secondo rischia di non essere più al suo posto fra sei mesi. Per il momento però tutto tace, brusii a parte naturalmente.

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