I «Paesaggi italiani dellepoca di Goethe» sono in mostra fino al 20 settembre nel museo del poeta a via del Corso. Acqueforti di pittori tedeschi acquistate negli ultimi anni, che assieme ai disegni, esposti a settembre, offrono un vivace quadro dellItalia della «Goethe-Zeit». Un'epoca in cui gli artisti tedeschi vengono a Roma e spesso vi rimangono. Con l800 centro della vita culturale sarà villa Malta al Pincio, futura residenza di Ludwig I di Baviera.
I paesaggisti dediti alla pittura a olio non disdegnano le stampe. Anche J. F. Hackert che nel 1777, durante il primo viaggio in Sicilia, realizza dodici disegni per illustrare una pubblicazione inglese mai uscita. Trasferiti in incisioni dallallievo Balthasar Bunker che traduce anche i guazzi eseguiti nel viaggio in Sabina sulle orme di Orazio. Rappresentano luoghi inconsueti, primo studio delle zone attorno a Olevano e Subiaco, le 72 «Incisioni pittoriche» di J. C. Reinhart, C. A. Dies e J. W. Mechau eseguite alla fine del 700, mentre i soggetti di W. F. Gmelin, rimasto sempre a Roma e sepolto a S. Lorenzo in Lucina, sono Tivoli, i Colli Albani e il cimitero acattolico. Saranno Reinhart e Gmelin a scoprire nel 1810 le grotte di Cervara, dove la «Società di Ponte Molle» (gli artisti tedeschi), festeggerà il Carnevale. Nemmeno J. A. Koch lascerà Roma, preferendo destate Olevano. Per ottenere una maggiore efficacia compositiva aggiunge alle sue vedute elementi di fantasia. Un acquedotto fra Palatino e Colosseo, scorci dalta montagna dietro Subiaco.
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