Il Censis: «La crisi?

La crisi è tosta. Si è già allargata dai mercati finanziari ai mercatini natalizi. E le famiglie soffriranno ancora di più all’inizio dell’anno nuovo, tra gennaio e febbraio. I giornali questo lo hanno già scritto mille volte. Forse troppe, secondo il Censis. La vera novità del rapporto pubblicato ieri dal Centro studi investimenti sociali sul «sistema Italia 2008» è che il rallentamento dell’economia globale può cambiare il Paese. In meglio. «La crisi ci ha segnato – scrive il Censis –. Ed è verosimile attendersi per il prossimo anno ulteriori fasi di flessione. Ma ha determinato un salutare allarme collettivo». Di più: «Le difficoltà che abbiamo di fronte possono avviare processi di complesso cambiamento. Attraverso un adattamento innovativo possiamo spingerci verso una seconda metamorfosi, dopo quella degli anni fra il ’45 e il ’75, che forse è già silenziosamente in atto».
Gli anni del boom? Un nuovo miracolo economico? Di questi tempi sembra un’eresia. Il 2008 è stato l’anno della «grande paura», riconosce il Censis. Eppure le statistiche, i numeri dei bilanci aziendali e i comportamenti collettivi mostrano un’Italia più vicina alla risalita che al baratro. Il 41% delle famiglie che hanno contratto un mutuo dichiara di avere difficoltà a pagare le rate, ma solo il 2,8% non rispetta le scadenze. L’indebitamento delle imprese è cresciuto in due anni dal 68 al 75% del Pil, ma resta molto più basso che in Francia, Spagna e Gran Bretagna. Nelle aziende italiane aumentano gli scioperi, la concorrenza di Cina e India è sempre più forte, si spende troppo poco in ricerca scientifica e l’università è ormai «un malato cronico», eppure il Made in Italy dal 2005 è cresciuto in tutti i mercati esteri. Più 8,4% le esportazioni verso l’Ue, più 27,5% verso la Cina, più 61,6% verso l’India.
Il terremoto dei mercati finanziari farà scendere molti di questi indici. Ma il Censis, che nel rapporto 2007 lanciava l’allarme di fronte a un Paese «simile a una mucillagine», «un insieme di singoli organismi elementari che vivono uno accanto all’altro», ora racconta un’Italia potenzialmente più forte, perché «le difficoltà che abbiamo di fronte possono adeguatamente sfidarci, possono evitarci l’implosione che un anno fa sentivamo vicina». Insomma, possono farci accelerare la corsa allo sviluppo.
Da dove cominciare? Magari dalla vita quotidiana, che deve tornare «la way of life degli anni Cinquanta». Austerità, sacrifici, voglia di migliorarsi. Molte famiglie, rivela il Censis, si sono già messe in marcia.

Il 34% degli italiani è più attento a risparmiare, il 7,4% lavora di più, solo lo 0,5% è stato costretto a indebitarsi. Intanto, il 53% ha riscoperto le spese al mercato, il 49% a volte approfitta dei supermercati hard discount. E per un italiano su due: «La crisi c’è, ma l’allarme sociale lo hanno creato soprattutto i media».

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