Resta d'argento la missione azzurra nella terra degli sci sottili. Ad Oslo dai Mondiali di sci nordico sulla collina di Holmenkollen, l'unico souvenir che brilla in valigia è il doppio secondo posto di Arianna Follis nella sprint, e quello, tutto inedito, nel salto di Elena Runggaldier. Se per il salto questo è un "balzo" da veri marziani, in un settore che nel nostro Paese non ha ancora tradizione, per il fondo questo scarno bottino è un naufragio: uno dei peggiori risultati iridati negli ultimi venti anni.
Adesso occorre davvero ripartire dal fondo, ed occorre farlo prima dei prossimi mondiali del 2013 proprio in Trentino e dei Giochi 2014. Già perché per il settore dello sci nordico carta (d'identità) canta. Molti alfieri azzurri avevano già prolungato la carriera proprio per provare a cogliere ad Oslo un risultato. Ora però nulla osta (ma brucia) al loro naturale ritiro. A 34 anni per Arianna Follis la pensione arriva, per scelta, dopo una carriera di successo, per dare spazio alla maternità. Il suo testimone di capitano passerà così a Marianna Longa che, a 31 anni, mamma lo è già diventata, ma pur avendo trovato nuova energia dopo la nascita del suo bimbo, ha già annunciato che se Michele si farà più insistente nel reclamarla a casa lei non potrà a lungo trattenersi sulle piste. Il settore femminile resta così nelle mani e nella tenacia di alcune giovani come Silvia Rupil, 26 anni, e meno giovani, come Magda Genuin, classe '79, che proprio con le "zie" Arianna e Marianna avevano trovato anche la quadratura del cerchio per una nuova staffetta in grado di sostituire quella del bronzo olimpico di Torino.
Poco futuro all'orizzonte anche nel settore maschile: ieri, mentre nella 50 km trionfava in casa Peter Northug, il migliore azzurro era Giorgio Di Centa, nono.
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