Le aree urbane del nostro Paese sono le più pericolose d'Europa e hanno un livello di rischio superiore rispetto a Parigi, Londra, Stoccolma o Madrid. Lo dimostra il fatto che nel 2007 sulle strade cittadine si è verificato il 76,6 per cento degli incidenti complessivi, che hanno provocato 238.712 feriti e 2.269 morti. Ancora più tragico è il fatto che il maggior numero di vittime si registra proprio tra le utenze deboli, quelle che rimangono vittime della disattenzione e dell'imprudenza degli altri utenti della strada. Va infatti sottolineato che la metà dei morti, rilevati nello stesso anno, appartiene a questa categoria: 1.540 motociclisti, 352 ciclisti e 627 pedoni.
Si tratta di numeri da bollettino di guerra, analizzati nel corso del convegno «Sicurezza Stradale: utenze deboli, soluzioni forti» organizzato dalla Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale e Confindustria Ancma, in occasione di Eicma 2009 - 67° Salone del Ciclo e del Motociclo - e approfonditi attraverso gli interventi di Roberto Castelli, vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Luciano Marasco, Direzione Sicurezza Stradale del M.I.T., Pier Gianni Prosperini, assessore Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza della Regione Lombardia, Edoardo Croci assessore Mobilità, Trasporti e Ambiente del Comune di Milano, Carlo Montalbetti, Coordinatore GDL utenze deboli, Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione ANIA, Antonio Perlot, Responsabile Relazioni Istituzionali di Acem e Claudio De Viti, direttore Settore Moto di Confindustria Ancma.
Le statistiche indicano al vertice della triste classifica i centauri. In Italia, dove circolano più di 8 milioni di motoveicoli, gli incidenti in cui sono stati coinvolti mezzi a «due ruote» sono 91.812 e rappresentano il 21 per cento dell'incidentalità stradale complessiva (Fonte Istat). Come se non bastasse secondo il Maids, il più aggiornato studio internazionale sull'incidentalità delle «due ruote a motore», la maggior parte dei motociclisti viene investita da altri utenti della strada.
Un altro dato allarmante è legato ai ciclisti. Infatti, nonostante in Italia la media di spostamenti in bici non sia elevata e sicuramente inferiore a quella europea, nel 2007 circa 352 ciclisti hanno perso la vita, mentre altri 14.535 sono rimasti feriti. E l'Istituto Superiore di Sanità svela che il 7 per cento degli accessi in pronto soccorso per incidenti riguarda proprio questa categoria e il 67 per cento dei sinistri avviene tra maggio e settembre.
Non va meglio ai pedoni: nel 2007 ne sono morti 627 e rimasti feriti 20.525. Inoltre, dato ancora più grave, un incidente mortale su tre avviene sulle strisce pedonali.
«Quello delle utenze deboli è un problema serio - dichiara Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale - e che denota il grado di inciviltà che riscontriamo sulle strade italiane. Rispettare chi non è protetto da un abitacolo o sta attraversando sulle strisce pedonali da il senso dell'educazione dei conducenti e del livello di cultura stradale di un Paese».
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