«Le sfilate diventeranno una forma d'arte e tu passerai alla storia come il ritrattista delle passerelle». Sono profetiche le parole che negli anni '70 la stilista Laura Biagiotti rivolse al «suo Andy Warhol personale». Considerato uno dei più grandi illustratori di moda e pubblicità del Novecento, il conte Renato Zavagli Ricciardelli (Rimini, 1909 - Roma, 2004), in arte René Gruau, ha raggiunto un successo internazionale lavorando per riviste prestigiose e aziende del lusso. Per celebrare il centenario dalla sua nascita - oltre alla mostra dedicatagli a Rimini («Gruau e cent'anni di moda». Museo della città, fino al 13 aprile) - è stato pubblicato il libro: «Gruau e la moda. Illustrare il Novecento - Gruau and Fashion. Illustrating the 20th Century» (Silvana editoriale, 2009). Gianluca Lo Vetro, giornalista di costume e coautore del volume, ha analizzato il ruolo di Gruau nella storia dell'illustrazione, della moda e della pubblicità, nonché il rapporto tra l'«artista della moda» e la capitale della moda, Milano. «In realtà - spiega Lo Vetro - il disegnatore raggiunse il culmine della fama a Parigi, dove si trasferì a fine anni '30 e dove collaborò con maison d'alta moda come Dior e con il Moulin Rouge; ma il precedente periodo milanese è stato molto importante». Il conte Zavagli infatti esordì a Milano dove nel 1925 Vera Rossi Lodomez, direttrice della rivista Lidel, scoprì il suo talento e gli commissionò figurini di moda. «Pur non dichiarandosi mai politicamente l'artista esprimeva il suo dissenso al regime attraverso la moda: come atto di sfida all'italianizzazione imposta cambiò il suo nome da "Renato" in "René", e, per non dover rinunciare alle sue donne efebiche, in contrasto con i canoni estetici fascisti che imponevano donne corpulente, si rifugiò a Parigi». A Milano tornò nel '48 per collaborare con l'azienda tessile Lastex-Pirelli. Poco dopo conobbe Laura Biagiotti, il cui sodalizio umano e professionale fu uno dei pochi con il pret-à-porter.
Nella città meneghina René strinse amicizia anche con Beppe Modenese, oggi presidente onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana, che gli procurò vari contatti tra cui quello con il calzaturificio Fratelli Rossetti. «Era un vero genio - afferma Renzo Rossetti -. Si affidava all'istinto ma non lasciava nulla al caso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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