Centinai di famiglie nell’ex Falck e in «cittadelle» fatte di roulottes

Sebbene non esistano nel nord Milano campi nomadi «ufficiali», tra Sesto, Cinisello, Paderno, Nova e Cologno esistono tante piccole «città nelle città» dove rom e irregolari trovano riparo per la notte. Insediamenti fatti di roulotte, baracche con i tetti di lamiera, appartamenti ricavati all’interno delle aree dismesse dove anni fa lavoravano gli operai e dove ora le forze dell’ordine trovano armi e refurtiva e, nel contempo, le persone rischiano di morire per l’uso scorretto delle bombole del gas. Tra Nova e Cinisello, lungo la tangenziale nord, vivono una decina di famiglie dentro vecchie roulotte. Negli stabili dell’ex Ovocultura Valmonte, su viale Brianza, dormono invece un centinaio di slavi. Ogni giorno convivono con eternit e soffitti pericolanti. A Sesto i nomadi trovano riparo nelle aree ex Falck e nelle baracche lungo la ferrovia, al confine con Monza. Pochi giorni fa una decina di rom sono invece stati sfrattati da via Manin. Di notte frugavano nei rifiuti della piattaforma ecologica. A Cologno Monzese è invece in fase di realizzazione un villaggio promosso dalla Caritas e reso possibile grazie a un bando regionale ad hoc. La struttura avrà 60 posti letto e spazi didattico-ricreativi.

Al momento non sono previsti altri campi anche se il sindaco di Cinisello, Angelo Zaninello, non esclude la possibilità di realizzarne uno «a patto che si trovino le necessarie risorse finanziarie». Anche Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto, è possibilista: «Basta che di comune accordo si risolva prima il problema delle aree dismesse».

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