Per il concerto alla Carnegie Hall del 21 febbraio 1911, Gustav Mahler decise di presentare in prima mondiale il brano scritto da Busoni in memoria della madre morta. Anche per una certa affinità con l'adegietto della sua quinta sinfonia. Un'esecuzione perfetta conclusa tra gli applausi del pubblico, compreso Arturo Toscani. Ma appena deposta la bacchetta, il compositore boemo dovette rientrare in camerino, colpito da una feroce mal di testa. Era ormai l'epilogo della malattia. Portato in albergo le sue condizioni precipitarono, Mahler chiese di morire a casa, fu riportato a Vienna dove spirò tre mesi dopo, neppure cinquantenne. Quello di New York dunque rimase l'ultimo concerto del grande musicista.
Sono passati dunque cento anni esatti dall'ultima esibizione del musicista, nato nel 1860 a Kalischt in Boemia, oggi in Repubblica Ceca ma allora Impero Austriaco, in una famiglia di origine ebraica-ashkenazita, di lingua tedesca. Entrato a 15 anni al conservatori di Vienna, nel 1876 scrisse la sua prima composizione, una quartetto andato in parte perduto. Continuo a produrre lieder per tenore e pianoforte poi iniziò a lavorare al suo grande progetto sinfonico, articolato su dieci opere. Dovevano essere dieci, ma la morte lo sorprese appunto appena completato l'adagio iniziale in Fa diesis maggiore della decima sinfonia. All'epoca però non fu molto apprezzato come autore, riscuotendo invece unanimi consensi come direttore d'orchestra. Nei dieci anni di direzione all'Opera di Vienna, Mahler rinnovò profondamente il repertorio di quell'istituzione musicale e ne migliorò la qualità artistica, riuscendo a piegare sia gli esecutori sia gli ascoltatori alla sua visione della musica e dell'arte.
Quando nel 1899 ricevette l'incarico, le opere più popolari erano «Lohengrin» «Manon» di Massenet e «Cavalleria rusticana». Mahler decise un nuovo corso più concentrato verso il repertorio del periodo classico, cominciando dalle opere di Christoph Willibald Gluck e di Wolfgang Amadeus Mozart, avvalendosi anche della collaborazione del pittore Alfred Roller per la messa in scena di originali produzioni del «Fidelio», di «Tristan und Isolde» e del ciclo «L'anello del Nibelungo».
E proprio come osannato direttore d'orchestra nel 1910 iniziò una tournée negli Stati Uniti che comprendeva una serie di tappe da Philadelphia a Pittsburgh, da Cleveland a Boston. A febbraio 1911 approdò alla Carnegie Hall di New York alla guida della Philharmonic Orchestra, di cui era diventato direttore stabile. La sera del 21 eseguì in prima mondiale la «Berceuse Élégiaque» composta da Ferruccio Busoni in morte della madre, deceduta il 3 ottobre 1909.
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