Gestivano quattro case dappuntamento a Roma, tra Centocelle e Porta Maggiore, per un giro daffari mensile pari a circa centomila euro. Venti le ragazze reclutate, tutte giovanissime e provenienti dal Sud America. Ma la banda è stata scoperta dagli agenti del commissariato Prenestino e quattro persone sono state arrestate per favoreggiamento dellimmigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. In manette sono finiti un italiano, originario di Lecce, di 41 anni e due colombiani di 32 e 46 anni che dovranno rispondere in concorso tra loro di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento allimmigrazione clandestina; oltre a una donna venezuelana di 39 anni accusata di sfruttamento della prostituzione.
I quattro sono stati scoperti grazie alle segnalazioni di alcuni cittadini che notavano un viavai continuo di gente da unabitazione di via delle Robinie. Al momento dei controlli della polizia, allinterno della casa è stata trovata una venezuelana incinta, in possesso di un cellulare con un numero telefonico pubblicizzato sulle pagine dedicate agli annunci hard di una rivista. La straniera ha ammesso di essere una prostituta dando così avvio alle indagini. Nel corso di un successivo sopralluogo nellappartamento, gli agenti hanno sorpreso unaltra «squillo», sequestrando una valigetta contenente degli oggetti in oro e alcuni documenti di proprietà della venezuelana poi finita in manette. Contattata la sudamericana con la scusa di riprendersi i suoi oggetti, i poliziotti sono arrivati a un altro appartamento sempre nello stesso quartiere, in via delle Ortensie, sempre a Centocelle. Qui sono stati trovati litaliano e i due colombiani. La perquisizione ha portato al sequestro di 20mila euro in contanti e di telefoni cellulari sui quali arrivavano le richieste dei clienti. Un giro di affari, secondo quanto accertato dagli investigatori, che si aggirava intorno ai 100mila euro.
Chiuso, invece, un locale notturno viterbese nel quale lavoravano, come intrattenitrici di sala, alcune ragazze straniere sprovviste di permesso di soggiorno. Il decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del tribunale di Viterbo, è stato eseguito laltra sera dalla squadra mobile e dellUfficio immigrazione del capoluogo, in collaborazione con la Compagnia carabinieri e del personale della Direzione provinciale del lavoro, a conclusione di unindagine avviata dalla Procura della Repubblica.
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