Centrale: già in cella per stupro, ne tenta un altro

È un foggiano con precedenti per violenza sessuale il 38enne che sabato ha assalito una minorenne nella galleria delle Carrozze

Dopo averne combinate di tutti i colori lo scorso febbraio aveva stuprato una donna, era stato individuato e arrestato. Ma non ha passato molto tempo in cella. Qualche magistrato, che riuscirà poi a spiegare come non poteva fare diversamente, ha pensato bene di farlo tornare in libertà. E Michele Ruggieri ha subito ripreso a terrorizzare la stazione Centrale, suo piccolo regno, fino a quando sabato ha tentato di violentare una 17enne. Solo per miracolo sfuggita alle sue sgrinfie.
L’aggressione sabato verso le 17. La ragazza è in Centrale per andare dalla madre che lavora nel grande edificio. Mentre attraversa la galleria delle Carrozze incappa nel bruto che la trascina dietro uno dei pannelli allestiti per coprire le impalcature tirate su per i grandi lavori di ristrutturazione. L’uomo si abbassa i pantaloni e tenta di spogliarla. Lei si dibatte e riesce a liberarsi uscendo all’aperto in lacrime. Proprio mentre arrivano i soccorsi, sotto forma di due agenti chiamati da un barbone.
Il mancato violentatore viene individuato e portato alla vittima che lo riconosce. Scattano le manette ma anche la furia della «bestia» che si scaglia contro gli agenti. Anche perché è un omone alto un metro e 90, con un passato punteggiato da aggressioni e violenze. Anche sessuali. E poi droga, aggressioni, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza. Michele Ruggieri, è nato 38 anni fa a San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Una vita buttata tra eroina e galera che a un certo punto gli presenta il conto: il contagio dell’Aids. Due anni fa arriva a Milano e, come tutti i disperati, si piazza in Centrale, dove diventa un piccolo boss. E così scattano i primi arresti: dalla resistenza a pubblico ufficiale del 2006 allo stupro del 2007. E sempre puntualmente rimesso in libertà. Fino all’ultimo, ma solo in ordine di tempo, arresto di sabato pomeriggio.
Un arresto reso possibile anche grazie all’intervento di un altro «residente» della Centrale, un barbone che assiste alla scena dell’adolescente dibattersi nelle braccia del bruto. Le leggi della Centrale in questi casi sono chiare: mai immischiarsi nelle storie degli altri. Questa volta però lui le infrange. Corre dentro il grande edificio, individua due poliziotti in borghese, che ben conosce, e li avverte di quanto sta accadendo. Li porta sul luogo dell’aggressione giusto in tempo per vedere la ragazza che, nel frattempo è miracolosamente riuscita a divincolarsi, in lacrime in un angolo. La ragazza fornisce indicazioni utili ai due agenti per capire chi cercare: è sempre lui Michele Ruggieri.
La vittima lo riconosce e lui finisce in manette, non senza aver aggredito per ben due volte i poliziotti.

L’uomo è pericolosissimo, tanto che la Polfer non dà nessuna indicazione sul barbone che ha lanciato l’allarme. Quando Michele Ruggieri uscirà di galera (e sapendo come vanno le cose in Italia non ci vorrà poi molto) potrebbe individuarlo e vendicarsi su di lui.

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