Centri sociali e moschea: ecco gli argomenti tabù per il consiglio comunale

Centri sociali e moschea: ecco gli argomenti tabù per il consiglio comunale

(...) La legge di Tursi insomma non è uguale per tutti. Così anche Gianni Bernabò Brea, de «La Destra» interviene rivolgendosi direttamente a sindaco e prefetto affinché vietino la festa di domani notte, specie dopo l’analogo evento a base di alcol e droga che la scorsa settimana aveva provocato disturbo nel centro storico. C’è però da scommettere che il Comune farà ancora finta di niente. Inizia infatti ad avere un sospetto assai forte, Stefano Balleari, consigliere comunale del Pdl che non riesce mai ad avere dal sindaco o dai suoi assessori una risposta alle sue interrogazioni. Il sospetto è quello di avere fatto centro, di avere toccato i nervi scoperti della maggioranza di centrosinistra a Tursi. Da settimane continua invano a chiedere agli amministratori un confronto in consiglio comunale, ma ogni volta l’ufficio di presidenza decide che è meglio parlare d’altro.
«Non sono uno che scarica sulla scrivania del presidente Giorgio Guerello valanghe di interrogazioni - premette Balleari - Non voglio essere pedante e cerco di mettere a fuoco le cose che più stanno a cuore ai cittadini o che maggiormente mi sembrano degne di approfondimento. Eppure non c’è pericolo che il Comune mi risponda». L’ultima questione in ordine cronologico di presentazione riguarda il caso del centro sociale Buridda, per il quale ogni volta si aggiungono motivi di dibattito. L’interrogazione prevista dal regolamento comunale dovrebbe essere a risposta immediata o quasi, trattando temi di stretta attualità. Per fortuna il Buridda sembra non voler passare di moda. «Ancora recentemente abbiamo scoperto che ha occupato abusivamente l’edificio dell’ex università di via Bertani, si è messo anche a somministrare cibi e bevande - incalza Balleari - Già avrei voluto capire perché queste persone possono permettersi di non pagare tasse, affitto e bollette. Ora però si pone un problema ancora più grave. In zona ci sono diversi locali di imprenditori che hanno fatto investimenti, lavorano duro, danno lavoro a dipendenti. E si trovano di fronte a questa concorrenza sleale di chi parla di prezzi politici ma in realtà ci guadagna sicuramente più di chi è in regola». I «ragazzi» del Buridda non pagano la Tia né saranno sfiorati dagli aumenti, non hanno problemi col fisco. «E dove mettiamo tutti gli adempimenti che chiunque deve rispettare per questioni igienico-sanitarie? - si domanda ancora il consigliere Pdl - Vorrei risposte su questo. Ma non ne ottengo mai, probabilmente perché sono temi troppo scomodi e la sinistra preferisce nascondersi». Sul Buridda, peraltro, Balleari non è solo. Anche Lilli Lauro, ha deciso di mettere alle strette il sindaco. La consigliera Pdl ha presentato una mozione urgente per chiedere che i no global vengano trattati come tutti gli altri cittadini e cioè che, vista la vendita di cibi e bevande, da parte del Comune vengano «immediatamente sottoposti a opportuni controlli al fine di verificare la sussistenza delle necessarie autorizzazioni». Tursi dovrebbe anche farsi carico di chiedere verifiche anche Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Asl e Vigili del Fuoco. La mozione porta la data di ieri. Chissà se e quando mai verrà discussa. Non solo Buridda. Anche l’altro centro sociale, il «Terra di nessuno» ha le sue agevolazioni. Gode della sua impunità. «Anche in questo caso sono molte settimane che ho chiesto spiegazioni sulla festa della semina - aggiunge Balleari - Ma semina di che? Di piante di droga naturalmente. Eppure la repressione scatta immediata in qualsiasi altro caso. Come padre sarei terrorizzato all’idea che mio figlio possa essere invitato a una festa della semina».
Balleari non è monotematico. C’è un’altra questione che non lascia tranquillo quello che è stato ribattezzato il «consigliere delle piccole cose» per l’impegno che mette negli argomenti più vicini ai cittadini anche se in apparenza banali. Vorrebbe ad esempio capire perché non si può fare un’isola ecologica in via Bianco, per favorire la raccolta di rifiuti ingombranti. Magari anche l’Amiu sarebbe favorevole a mettere l’isola accanto al compattatore di via Bianco, dove lo spazio non manca. «Niente, nessuna risposta - scuote la testa Balleari, che conosce bene il problema essendo anche coordinatore del Pdl per il Municipio Centro Est - Anche qui il mio sospetto è forte.

Il Comune non risponde perché lì, in via Bianco ha già deciso di fare la moschea. Sia chiaro, non sono contro la moschea, ma non sono d’accordo di farla al Lagaccio, tantomeno in via Bianco. Ma è così difficile parlare chiaro?». Anche questa sua domanda rischia di restare senza risposta.

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