Centri sociali, minacce di morte a De Corato

Sinistra antagonista e "no-global" in rete: insulti e farneticazioni dopo gli scontri di lunedì sera in largo Cairoli Preso di mira il vicesindaco. Qualcuno si lamenta: "Compagni eravamo quattro gatti". E si pensa a nuovi assalti

di Anna Maria Alese

Minacce e vittimismo, violenza e piagnistei. È la strategia «rivoluzionaria» degli «antagonisti» che lunedì sera hanno tentato di assaltare il Piccolo Strehler e le mille persone riunite per manifestare solidarietà a Israele. Fermati da carabinieri e polizia in largo Cairoli, hanno provato a forzare verso il teatro, provocando due scontri nel giro di un’ora. Tafferugli che hanno bloccato il cuore di Milano per oltre due ore, e portano la firma di un centinaio di esaltati di centri sociali e sinistra estrema.
Davanti al Castello, armati di bastoni e aste usate a mo’ di spranga, hanno rimediato punti di sutura e contusioni. E il giorno dopo l’ennesima «impresa», nei loro circuiti telematici, passano agli insulti e alle minacce di morte. Primo bersaglio il vicesindaco Riccardo De Corato, a cui un anonimo indirizza il suo «devi morire», condito da altri con offese e improperi. «Colpevole», il parlamentare di An, di aver detto «basta» agli «incitamenti all’odio». «Dopo i tentativi di sollevare i rom, gli extracomunitari per il caso del ragazzo morto sprangato e gli studenti, ora ci provano con gli islamici», commentava ancora ieri De Corato, chiedendo al ministro Maroni «come intende procedere contro questa situazione inaccettabile per ristabilire la legalità».
Il «forum Palestina» pubblica un comunicato del centro Vittoria, sicuro di aver visto «cariche «brutali» della polizia, e ospita una lettera dal sapore antisemita che vagheggia di 250 persone in piazza l’altra sera. Intanto, piuttosto pavidamente, un altro si lamenta che il suo volto sia stato ripreso dalle telecamere e pubblicato su internet, dove - scrive - «navigano fasci, parenti, colleghi, padroni etc».
Quanto ai contenuti ideologici, il dibattito non si può dire che sia di grande spessore. Ma un navigante si rammarica del carattere fondamentalista di Hamas, «a meno che mullah e soci non diventino compagni».
Ma la discussione nei forum milanesi di centri sociali e no global fa i conti anche con la sconfitta di un’iniziativa che, per quanto chiassosa e violenta, non ha riscosso particolare successo neanche nell’area antagonista: «Per la prossima volta - scrive un anonimo - sarebbe auspicabile una presenza più massiccia, ha più risalto ed è meno rischiosa per chi vi partecipa. Non si può essere sempre i soliti quattro gatti, porca miseria». «Sul numero - una risposta - è ovvio che si dovrebbe fare di più, ma purtroppo si sa in che fase del... siamo». «Se invece di continuare a scrivere e dibattere su indy si uscisse un po’ nelle strade magari in occasioni come queste si riuscirebbe a fare qualcosa di più». «Siamo corsi al teatro appena saputo degli scontri - si lamenta un altro - ma siamo arrivati alle 22 e 10 e non c’era già più nessuno. Peccato eravamo già pronti a dare un mano, sarà per la prossima volta». E la prossima volta potrebbe arrivare presto.

Mentre qualcuno chiede ragguagli sull’organizzazione della trasferta di sabato a Roma, altri sperano «in un corteo anche a Milano, capitale di un nord che in percentuale “accoglie” molti più immigrati, specialmente nordafricani».

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