Cronaca locale

Centri sociali Tafferugli con la polizia al gazebo di NordDestra

«Mi hanno dato un colpo dritto in testa. Ho solo una botta, per fortuna non è niente di grave». Violetta ha diciotto anni, un giubbino rosso e il sacchetto di ghiaccio premuto sulla fronte. C’era anche lei ieri pomeriggio alla manifestazione dei centri sociali e dei collettivi studenteschi organizzata in occasione dell’8 marzo «per la libertà del corpo, contro i militari, le ronde e il delirio sicuritario».
Violetta in particolare era nel gruppo di ragazze che poco dopo la partenza del corteo da largo Cairoli, è andato di corsa verso il gazebo del movimento politico NordDestra dell’ex assessore alla salute, Carla De Albertis, con il cartello «Nord-destra neo fascisti in città, un problema sicurezza!! Fischia il pericolo» in mano e un fischietto in bocca. E mentre alcune erano riuscite ad entrare dentro la tenda e a salire sul tavolo, da dietro è iniziato il lancio di uova, vernice e fumogeni contro il gazebo dell’ex assessore a cui le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, hanno risposto con una breve carica per allontanare i manifestanti ed evitare che il lancio dei fumogeni provocasse qualche danno. Durante i tafferugli, due o tre partecipanti, tra cui una minorenne - hanno riferito gli organizzatori del corteo - sono rimasti contusi.
«I manifestanti si sono radunati alle 14.30 in piazza Cairoli - ha spiegato la candidata di NordDestra alla presidenza della Provincia che promuoveva un’iniziativa a favore delle donne -. Alle 15 hanno assalito il nostro gazebo. Poi si sono scagliati contro di me, lanciandomi uova e vernice addosso e scagliando fumogeni. Hanno cercato di incendiare la tenda e nonostante l’intervento della polizia, una manifestante è riuscita a entrare e a salire sul tavolo da dove ha minacciato i sostenitori di NordDestra, inveendo contro le forze dell’ordine». Un’aggressione premeditata, la definisce l’ex assessore De Albertis, la terza in una settimana. «Questo non è diritto a manifestare, è terrorismo urbano. Mi chiedo chi abbia potuto permetterlo. E mi chiedo - da cittadina - se questa anarchia violenta possa ancora essere tollerata».


Il corteo ha poi continuato a sfilare, terminando con un presidio in piazza della Scala, dove i manifestanti dopo uno spettacolo di artisti di strada, hanno lasciato la scritta «Sronda la Ronda» fatta con un gessetto, sul selciato della piazza e sulla statua di Leonardo da Vinci.

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