Il Centro Est diventa il calvario del centrodestra

Il Centro Est diventa il calvario del centrodestra

(...) Mercoledì sera a Villa Piaggio è andato in scena l'ultimo (?) atto del parlamentino più centrale di Genova e, ovviamente, non ha deluso le aspettative in quanto a colpi di scena. Iniziando dalla fine della seduta consiliare, la notizia principale è che la maggioranza (anche se dopo il ribaltone del giugno scorso si è sempre rimasti sul pareggio dei consiglieri) di centrodestra vincitrice delle elezioni nel 2007 è caduta e il nuovo presidente del Municipio è Michele Razeti, candidato del Partito Democratico per la coalizione di centrosinistra. Per arrivare a questa conclusione, però, sono servite quasi quattro ore di consiglio che chiamare vivace sarebbe riduttivo. Il primo colpo di scena si è avuto dopo pochi minuti dall'inizio del consiglio, quando il capogruppo del Pdl Luciano Gandini ha chiesto di poter anticipare la sostituzione della dimissionaria consigliera Di Mattia (Pdl) con la prima dei non eletti, Aghina in modo da farla partecipare alla votazione per il nuovo presidente. Giuliano Bellezza, capogruppo del Pd, si è infatti opposto, affermando che «le dimissioni della Di Mattia a 24 ore dalla votazione del nuovo presidente sembrano un'astuzia politica non casuale» e di conseguenza chiedendo la votazione per invertire o meno gli ordini del giorno. Iniziano a scaldarsi gli animi. «Menomale che sei di un partito che si dichiara democratico» l'accusa di Gandini a Bellezza il quale, allargando le braccia, risponde di rifarsi al segretario generale Saracino e a cosa prevede il regolamento dei municipi. Momenti di apprensione, con accuse che volano da una parte all'altra delle bancate e Pellerano che addirittura prova a chiamare il segretario provinciale del Pd Rasetto per denunciare la manovra poco limpida e poco democratica. Alla fine Saracino illustra il regolamento (che prevede la votazione per l'inversione dell'ordine del giorno se si oppone anche solo un consigliere) a voce alta e si procede così alla votazione che in caso di vittoria degli oppositori consentirebbe al centrosinistra di arrivare alla votazione con dodici consiglieri contro gli undici di centrodestra. Cinque minuti di sospensione per riflettere e poi la retromarcia del centrosinistra al momento della votazione che decide di astenersi permettendo così l'insediamento della consigliera Maria Ester Aghina. Calma ritrovata? Manco per idea. Dato il benvenuto alla nuova consigliera si è infatti passati al dibattito per l'elezione del nuovo presidente. Due i candidati: per la coalizione di centrodestra l'ex presidente dimissionario Enrico Cimaschi, per il centrosinistra Michele Razeti, un'istituzione del Centro Est che rappresenta fin dal 1993. «Io ero presidente di questo municipio, ed è stato difficile lavorare per la mancanza della giunta e il commissariamento alle porte - ha dichiarato Cimaschi -. Se ho deciso di non rimanere su quella sedia fino all'ultimo secondo, dimettendomi è stato fatto perché credo che il consiglio municipale abbia il diritto di confrontarsi per nuova soluzione». «Il mio programma non vuole essere contro il centro destra o contro Cimaschi ma volta ad evitare il commissariamento e nel rispetto del voto del 2007 - è stata la risposta di Razeti -. Non reputo Cimaschi un avversario, non voglio essere nemico con nessuno, al massimo avversario, stasera il mio unico avversario è lo spauracchio del commissariamento». Partono subito le polemiche. A mezzanotte passata si arriva quindi alla votazione, accompagnata da rassegnazione bipartisan davanti alla prospettiva di un 12 a 12 che significherebbe commissariamento. «È giusto che ce ne andiamo a casa» è il ritornello che si sente da più parti. Ma con tutte le trame costruite in questi mesi, le sorti del Municipio Centro Est non potevano terminare con un così banale e scontato esito.

E così al momento della lettura delle schede ecco l'ennesimo colpo di scena: dodici voti per Razeti, undici per Cimaschi e una scheda nulla. Razeti presidente e conseguente «caccia al traditore» nel centrodestra con Pellerano e Gandini inferociti più di tutti nella ricerca del franco tiratore.

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