Centro storico, un pessimo biglietto da visita per Roma

Passa agli azzurri un consigliere municipale del centrosinistra

Rita Smordoni

«Da vetrina e biglietto da visita della città, il centro storico della capitale rischia di essere declassato a sintesi delle contraddizioni di Roma». L’allarme è stato lanciato da Alfredo Antoniozzi, candidato sindaco di Forza Italia, nel corso di un incontro a cui hanno preso parte la coordinatrice regionale, Beatrice Lorenzin, quello romano, Giampaolo Sodano e i consiglieri in I municipio.
Antoniozzi ha puntato il dito contro la mancanza di programmazione dell’amministrazione comunale, colpevole di non aver trovato, in cinque anni, una soluzione alle emergenze del centro storico: ordine pubblico e sicurezza, percorsi alternativi per cortei e manifestazioni, miglioramento della gestione dei rifiuti. «Il centro storico vive momenti di angoscia quando ci sono cortei e manifestazioni - ha spiegato l’europarlamentare - è inconcepibile che i commercianti, i residenti e i turisti debbano sostenerne il carico». L’alternativa è studiare percorsi lontano dal centro storico: «Penso alle zone vicine ad alcune stazioni ferroviarie minori, oppure ad aree, come quella di Tor Vergata, che si potrebbero attrezzare con servizi igienici e grandi schermi».
Duri i giudizi di Antoniozzi anche in tema di ordine pubblico e sicurezza, scarsamente garantiti dall’amministrazione comunale in zone “calde” del centro storico, come Termini, piazza Vittorio e Campo de’ Fiori, teatro quest’ultima di frequenti risse collettive: «Inspiegabilmente, la figura del vigile di quartiere, che noi abbiamo prefigurato come strettamente collegata con la polizia e i carabinieri, non è mai stata introdotta dalla giunta Veltroni. Non è possibile affermare che i controlli non esistano, ma di sicuro vanno ampliati e meglio organizzati in sinergia».
L’altra emergenza del centro storico, illustrata da Beatrice Lorenzin, è la gestione dei rifiuti, ormai al collasso: «Con lo spostamento dei cassonetti dal centro storico, le strade si sono riempite di immondizia, come a Bombay e Nuova Delhi». Un fallimento facilmente prevedibile, spiega la Lorenzin: «Quando in commissione la giunta ha presentato il progetto sulla raccolta differenziata porta a porta in centro, noi abbiamo risposto che si trattava del libro dei sogni. Ma non ci hanno ascoltato. È sotto gli occhi di tutti, adesso, la pessima condizione in cui si trovano i cassonetti posizionati all’interno di molti cortili dei palazzi del centro. Hanno tolto molti cassonetti dalle strade, non proponendo ai residenti nessuna alternativa e di fatto hanno condannato Roma a diventare una discarica abusiva, perché oggi le strade del centro sono lastricate di sacchetti di immondizia buttati alla rinfusa». Esiste un problema, serissimo, di igiene pubblica e decoro urbano, purtroppo comune a tutti i municipi di Roma. Qual è la soluzione proposta dalla giunta Veltroni sull’emergenza rifiuti? «Una nuova campagna di informazione - risponde ironica La Lorenzin - dal titolo “l’Ama ama Roma”. Invece di andare a fare le inaugurazioni, Veltroni dovrebbe convocare una assemblea del consiglio comunale, insieme all’amministratore delegato e al presidente dell’Ama, per dare risposte ai cittadini».
Sulla stessa linea Giampiero Savastano, ex consigliere municipale della Lista Civica per Veltroni, passato a Fi.

«Una scelta - spiega - dettata dal fatto che dopo cinque anni di giunta Veltroni, ho notato un peggioramento della qualità della vita in centro storico. In nome di un vago concetto di libertà, ad esempio, a Campo de’ Fiori si tollera tutto. Lo stesso a Testaccio e a Trastevere, zone assolutamente prive di decoro urbano».

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