Per il centrodestra il vero bersaglio è Formigoni. Il governatore: «La Regione non c’entra»

MilanoÈ il paradosso della sanità lombarda: considerata da tutti la più all’avanguardia e allo stesso tempo la meno costosa, eppure così spesso nel mirino dei pm. Dagli orrori della clinica privata Santa Rita dove si operavano pazienti sani per fatturare di più, all’imprevedibile crack (anche se solo finanziario) del San Raffaele, il fiore all’occhiello della ricerca. E ora i 6 arrestati di ieri, tra cui l’ex assessore lombardo alla Sanità Antonio Simone (una vita tra Dc e Cl), per i fondi che sarebbero stati distratti dalla Fondazione Maugeri.
La Regione in una nota «diffida chiunque dal definire uno scandalo nella sanità lombarda - come invece stanno facendo stampa e telegiornali - la vicenda che interessa la Fondazione Maugeri, un’azienda privata». Il governatore Roberto Formigoni assicura di non saperne «assolutamente nulla. Mi dispiace per i fondi distratti, ma non ne sono minimamente informato. La Fondazione Maugeri è una realtà privata». La richiesta di dimissioni immediatamente arrivata dal centrosinistra? «In Lombardia - replica Formigoni - ci sono 880mila aziende private, ma non compete al presidente della Regione farsene carico. Ogni imprenditore è responsabile della propria azienda». E a chi gli chiede di Costantino Passerino, uno degli indagati che lo citerebbe, il governatore replica: «Non so neanche che faccia abbia».
Ma il Pd attacca. «Un fatto gravissimo - dice il capogruppo Luca Gaffuri - che alza il velo su un sistema di potere che ha avuto accesso libero alla sanità. Il presidente dovrebbe sentire il bisogno di spiegare perché tutto questo possa essere accaduto proprio sotto i suoi occhi». Pronta la replica del capogruppo Pdl Paolo Valentini: «È scandaloso che la sinistra abbia ancora il coraggio di parlare dopo i due avvisi di garanzia arrivati al presidente di Sel Nichi Vendola, collegati a inchieste sulla sanità che vedono coinvolto anche il senatore del Pd Alberto Tedesco. E forse si sono già dimenticati degli scandali e delle inchieste legati al consigliere lombardo del Pd Filippo Penati sul sistema Sesto e al presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani?».
Ma per capirne di più di quel paradosso, bisogna cercare tra i corridoi del Pirellone. «Non arrivo a parlare di un complotto - assicura un pezzo grosso del Pdl -. Ma vorrei proprio capire perché tanto accanimento dei magistrati sulla miglior sanità d’Italia. Chiaro che venga da pensare che lo si faccia per colpire Formigoni e una regione ben amministrata dal centrodestra. Perché questa immagine di una sanità che costa poco e funziona bene, forse a qualcuno dà fastidio». I conti dicono che l’Italia alla sanità destina il 7,2% del Pil (meno dell’Europa) e che la Lombardia si accontenta del 5,4. «Offrendo il miglior servizio possibile». Gli scandali, le tangenti, i fondi neri, i fallimenti? «Ci saranno casi di corruzione anche in Lombardia - si difende un fedelissimo del governatore - Ma di qui a parlare di un sistema c’è una bella differenza. Se qui la sanità costa meno e funziona meglio, questa è la miglior prova che la “tassa corruzione” in Lombardia non c’è proprio. E poi siamo sicuri che i magistrati dedichino la stessa attenzione anche alle altre regioni? Dessero un’occhiata cosa scoprirebbero?». Gli scandali? «La Lombardia compra dai privati i loro prodotti che in questo caso sono le prestazioni sanitarie.

E quello che deve fare è solo pagarli il giusto e controllare la qualità. Altre responsabilità non sono certo di Formigoni, ma degli stessi privati che hanno il dovere di rispettare le leggi. E se non lo fanno, è giusto che la magistratura si occupi di loro».

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