Centrosinistra, imbarazzo e divisioni per le minacce al sindaco Alemanno

GIUSTIFICAZIONI Il segretario regionale del Pd Morassut ha dato ragione ai centri sociali. «Ambiguità del primo cittadino»

Centrosinistra, imbarazzo e divisioni per le minacce al sindaco Alemanno

Le minacce dei centri sociali non hanno solo indotto il sindaco Gianni Alemanno a rinunciare - responsabilmente - a presenziare alla celebrazione del 25 aprile a Porta San Paolo. Ma hanno provocato enorme imbarazzo in tutto il centrosinistra (soprattutto dopo l’appello del presidente della Repubblica Napolitano) e hanno creato serie divisioni perfino all’interno del Partito democratico. Intanto c’è da registrare che il sindaco, dopo essere stato informato dalla Digos e dalla Questura sui rischi di incidenti, aveva ritenuto opportuno sentire il parere del presidente della Regione e di quello della Provincia prima di prendere una decisione sulla sua partecipazione. Non sembra che i due si siano dispiaciuti più di tanto per l’illustre assenza. Certo, anche per il ruolo che ricoprono, hanno dichiarato ufficialmente la loro solidarietà ad Alemanno, ma tutti e due si sono nel contempo esercitati nell’arte dell’arrampicamento sugli specchi per fare i soliti distinguo che non favoriscono, certo, la pacificazione e la condivisione dei valori.
«Il sindaco non poteva non ascoltare il suggerimento fornito dalla Questura e quindi voglio esprimere solidarietà a lui perchè gli è stato negato il diritto di parola, questo non può avvenire per nessuna situazione», ha detto Nicola Zingaretti. «Un’eventuale contestazione - ha aggiunto - sarebbe stata di una piccolissima minoranza, mi pare che invece la volontà di tutti sia quella di trovare i punti di una memoria condivisa che però ovviamente deve fondersi nella chiarezza, come l’umana pietà per tutti i morti e non sulla confusione tra chi morì per dare a noi la libertà e la democrazia e chi invece si schierò contro questi principi e contro la nascita di una nuova nazione».
Ancora più formale Marrazzo: «La scelta di Alemanno, condizionato dalla possibilità di atti che avrebbero messo in discussione la sua possibilità di parlare, sicuramente fa sì che questa sia stata una macchia e quindi c’è la solidarietà della Regione. Nello stesso tempo dobbiamo continuare a dire con grande forza che questa è la festa di chi aveva lottato perchè l’Italia fosse un paese unito ed è la festa della Resistenza». «La voglia di una memoria condivisa non può farci continuare a leggere la storia - ha concluso Marrazzo - e la storia dice che c’era chi stava dalla parte giusta, come i partigiani, e chi da quella sbagliata, della Repubblica di Salò».
Il segretario regionale del Pd Roberto Morassut, invece, ha dato addirittura ragione ai contestatori: «Dispiace che Alemanno non venga, non è mai un fatto positivo, è un’anomalia che il sindaco di Roma non possa partecipare a una manifestazione come questa. Sarebbe opportuno che venisse. Se oggi c’è un rischio di sicurezza - ha detto - significa che ci sono delle ambiguità nel suo comportamento. Da parte di Alemanno nel corso di quest’anno ci sono state delle ambiguità nel rapporto con la memoria, c’è stato un tentativo di rimozione della memoria».
Il capogruppo del Pd in Campidoglio Umberto Marroni non è sembrato, invece, d’accordo col suo segretario regionale, tanto che ha detto: «Oggi si è festeggiata la giornata della Liberazione e dei valori della resistenza e dell’antifascismo, nella nostra città medaglia d’oro.

Abbiamo apprezzato la presenza del sindaco insieme al presidente Bellini e ai colleghi a Forte Bravetta, simbolo della violenza nazifascista. Un gesto sicuramente doveroso per il sindaco di Roma ma anche non formale ed utile per affermare che il 25 aprile è una giornata di festa per tutti i romani e gli italiani».

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