C'era la natura... Poi, "purtroppo", arrivò il progresso

C'è una grande pattuglia di intellettuali che, grazie al virus e al lockdown, sogna un futuro più felice e più bello che ci rimetterebbe in sintonia con la natura.

C'era la natura... Poi, "purtroppo", arrivò il progresso

C'è una grande pattuglia di intellettuali che, grazie al virus e al lockdown, sogna un futuro più felice e più bello che ci rimetterebbe in sintonia con la natura. È il solito tic della cultura antiindustriale, ma sarebbe meglio, in Italia, definirla antiborghese, che da sempre circola nel pensiero che conta. L'impresa distruggerebbe la natura e oggi - con i cieli, supposti puliti - ci potremmo, sostengono costoro, riappropriare di un mondo migliore. In realtà la ricchezza prodotta dal mercato ha reso la nostra vita non solo più piacevole su questo mondo, ma anche più sicura. A coloro che vorrebbero i monopattini, che venerano i ritrovati spazi conquistati dalla «natura» nelle nostre città, fate leggere questa pagina di Maledetta industria (Rusconi 1985) scritta magnificamente da Sergio Travaglia, riferita a New York in un non precisato anno di metà '800. «Mezzo di trasporto: tram trainati da cavalli (trasportavano oltre 130.000 persone al giorno). Ogni mezzo impiegava non meno di 11 cavalli. Nel 1880 a New York si contavano non meno di 150.000 cavalli. Nutrire l'enorme sistema propulsivo richiedeva grandi distese di terreno da adibire alla coltivazione di foraggio e avena. 150.000 cavalli significava anche enormi quantità di escrementi: un cavallo da traino produce giornalmente 5-12 kg di escrementi solidi più alcuni litri di urina. Disseminate per tutta l'area urbana vi erano apposite zone dove accumulare temporaneamente il letame. Nonostante la pulizia delle strade, si depositava uno strato più o meno consistente di escrementi. Nel 1894 il Times scriveva che Londra nel giro di cinquant'anni sarebbe stata sommersa da tre metri di escrementi; a New York il livello stimato era tale da far arrivare, sulla quinta strada, gli escrementi al terzo piano dei palazzi. C'era il problema degli incidenti: alcuni animali dovevano essere abbattuti e spesso lasciati per un certo tempo a bordo delle strade. Nel solo 1870, a New York, vennero rimossi oltre 15.000 cavalli morti. Le strade coperte di letame divenivano acquitrini scivolosi in caso di pioggia. In molte città si sviluppò un nuovo lavoro che consisteva nel portare a spalla donne e anziani da un lato all'altro delle strade. C'erano poi gli incidenti stradali in aumento: in un anno si contavano a New York 200 morti investiti, più alcune migliaia di feriti. Restavano poi le malattie infettive, le mosche e la maleodorante atmosfera. L'elemento sanitario nella sola città di York portava alla morte di non meno di 20.000 persone all'anno. Poi purtroppo arrivò il progresso.

L'elettrificazione portò rapidamente all'introduzione di tram elettrici; con l'affermarsi dei motori a scoppio le città cominciarono a riempirsi di automobili».

Ecco poi purtroppo arrivò il progresso, scrive sarcasticamente Travaglia, e tutti vissero più felici e contenti. O no?

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