Controcultura

In cerca della Patria sentimentale, politica e culturale

Pinocchio è legno, senza cuore e sangue, un morto che si muove in un mondo di morti, fino a quando decide di diventare come tutti gli altri, cioè un conformista.

In cerca della Patria sentimentale, politica e culturale

Pinocchio è legno, senza cuore e sangue, un morto che si muove in un mondo di morti, fino a quando decide di diventare come tutti gli altri, cioè un conformista. Il personaggio di Carlo Collodi non può piacere ad Aurelio Picca, uno scrittore sanguigno e anche un utopista della miglior specie, quella contraria alla retorica. I grandi libri per bambini, e non solo per bambini, secondo Picca sono altri: Cuore di Edmondo De Amicis e I ragazzi della via Pál di Ferec Molnár. Contro Pinocchio (Einaudi) è un libro, metà saggio (poetico) metà memoir (ancora più poetico), innanzi tutto politico, in senso buono, anzi ottimo. I partiti non c'entrano un'acca e neppure le ideologie. C'entra la necessità di una patria politica, culturale e sentimentale. Picca le cerca e le trova nelle letture dell'infanzia. Cuore è il vademecum della Patria Giovane dove ragazzini veri affrontano la scuola e la vita. Imparano l'esistenza delle classi sociali, per superarle. Imparano la solidarietà, senza farne una questione di recriminazioni politicamente corrette. Imparano la giustizia ma non quella dei manuali di diritto, quella imposta da un senso morale ancora sano (e dunque cristiano). La Patria Giovane è una comunità. Quella Vecchia, nella quale viviamo, è invece una finta comunità, tenuta assieme dall'orgia di retorica delle celebrazioni ufficiali.

I ragazzi della via Pál lottano per la loro piccola patria, un rettangolo polveroso, incastrato tra le cataste di legna, dove giocare a pallone. Sono innocenti, si danno per intero, e per questo sono capaci anche di ferocia perché, spiega Picca, solo l'innocente è capace di vera ferocia. In Cuore, i bambini si misurano con l'autorità (la scuola), nel romanzo di Molnár si misurano con la strada.

Proprio come Aurelietto, il giovane Picca, che emerge come protagonista di una vera e propria educazione sentimentale grazie a una serie di ricordi che sono romanzi futuristi, romanzi sintetici, in tre righe c'è un mondo intero: l'esperienza della morte, la famiglia, che è la madre e basta, gli amici, che possono diventare nemici, le prove (spesso di forza) per entrare nel mondo degli adulti, le letture (strepitoso il decalogo di autori imprescindibili, da Foscolo a Leopardi, da Manzoni a d'Annunzio). Pinocchio, si sarà capito, c'entra fino a un certo punto. È il termine di paragone negativo: è legnoso (duro) come il moralismo, è senza radici (nonostante tutto!) e aspira a essere uno dei tanti. L'anima del libro è altrove: Picca infatti sogna per noi un Paese diverso, non arrogante ma orgoglioso, non parolaio ma amante delle grandi parole dei suoi poeti. Vastissimo programma..

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