«La prima biografia che racconta la storia di Agostino a partire da dove finiscono le Confessioni» leggo sul retro di SantAgostino. Storia di un uomo di James J. ODonnell (Mondadori, pagg. 390, euro 20).
La frase non ha nessun significato, sintende. La letteratura, anche biografica, su Agostino, è sterminata. Dopo le Confessioni, che sono del 400, il vescovo dIppona visse altri trentanni, di cui le biografie si sono occupate abbondantemente. Non so se questo libro sia il primo a occuparsi solo di Agostino dal 400 in avanti (cosa che poi non fa) ma credo di no. La frase ha, naturalmente, anche un senso più sottile, che ignoro di proposito. Si può concordare con ODonnell quando dice che difficilmente un individuo è il miglior conoscitore di se stesso, e che ciascuno di noi convive con lati oscuri di cui le agiografie non sono le migliori interpreti. Ma dubito che questo tipo di letteratura, molto americana, riesca nellintento - ammesso e non concesso che sia poi sempre così importante conoscere il lato oscuro delle persone (che cela, per il solito, molte solenni banalità).
La lettura che ho fatto di questo libro, che ovviamente non ha nessuna novità da raccontarci su Agostino, non mi ha illuminato molto sulle ragioni che possono aver mosso leditore a tradurlo e pubblicarlo in Italia. Agostino è un personaggio molto complesso e la sua presenza nel mondo odierno è molto più determinante di quanto immaginiamo. Nessun pensatore del passato - tranne forse Aristotele - ha avuto unimportanza paragonabile alla sua nei secoli successivi. Ma uno storico - così almeno è fatto il gusto europeo - deve fare il suo lavoro, lasciando perdere le proprie persuasioni (piuttosto elementari nel caso dellAutore) e cercando di leggere i fatti anzitutto secondo il loro senso. Linterpretazione e il rapporto con la nostra mentalità vengono dopo. Viceversa, fin dalla prima pagina lAutore, improvvisatosi romanziere, ci offre uninterpretazione a dir poco superficiale di un brano agostiniano di commento alla Scrittura.
Il libro conclude dicendo che Agostino «non ci offre soluzioni facili, e di questo gli siamo grati». Il problema è che per quasi quattrocento pagine ODonnell ci ha offerto soluzioni (troppo) facili alla lettura di Agostino.
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