nostro inviato allAquila
Nessun passo indietro, nessun ripensamento. Semmai, la riconferma, parola per parola, del noto j'accuse nei confronti dei «grumi eversivi» che minano la credibilità della magistratura. Così, anche in terra d'Abruzzo, dove torna per nuovi sopralluoghi post-sisma, Silvio Berlusconi non ritira la mano. Anzi, lancia un nuovo sasso, sicuro com'è che alcuni giudici agiscono con un preciso obiettivo: stravolgere, per motivazioni politiche, il risultato delle urne. Il Cavaliere ne è dunque più che «convinto», forte di un'esperienza diretta, vissuta quindici anni fa, quando un avviso di garanzia recapitatogli a Napoli - mentre presiedeva il G7 sulla criminalità - poi caduto nel vuoto, avviò la fine del suo primo governo.
Insomma, il rischio, secondo il premier, è che si possa ripetere quanto avvenuto nel '94. «È inutile che io ancora dica che cosa penso di certe situazioni della magistratura», attacca il presidente del Consiglio, tra un padiglione e l'altro dell'ospedale «San Salvatore», parzialmente riaperto ieri. Poi, però, va oltre e torna al contrattacco. Nelle ultime ore, spiega, «qualcuno si è scandalizzato per le mie parole», ma senza alcun motivo. Perché secondo il capo del governo, «quando con delle sentenze, basate sul ribaltamento della realtà, si vuole modificare la decisione popolare e si vuole sostituire chi è stato eletto dal popolo», si è dinanzi a una «volontà eversiva». Né più, né meno.
D'altronde, aggiungerà più tardi, a ora di pranzo, girando stavolta tra una tenda e l'altra a Sant'Elia, «ho citato l'esempio del '94». All'epoca, ricorda Berlusconi, «una volta eletto, ho avuto un attacco dalla magistratura su una cosa che non esisteva e per cui sono stato assolto dieci anni dopo con formula piena». Un attacco, sottolinea, che «ha ribaltato il voto degli elettori». Quindi, ribadisce il Cavaliere, «è stato un fatto eversivo nei confronti di un voto democratico», perché - ripete - «quando si tenta di andare contro chi è stato eletto dal popolo con unaccusa fondata su una situazione falsa, questa è eversione».
L'esperienza parla chiaro, secondo l'inquilino di Palazzo Chigi, che, anche se non in maniera diretta, avverte il rischio che si possa ripetere uno schema simile. Uno scenario, però, che stavolta non sembra essere disposto ad accettare di nuovo. Almeno è quanto trapela dall'analisi dei suoi giudizi, dalle sue parole, in cui non sottovaluta i potenziali effetti degli attacchi mediatici subìti nelle ultime settimane. Certo, da qui ad auspicare il voto anticipato, qualora la situazione degenerasse, ce ne passa. Anche se, a domanda diretta, Berlusconi non si sbilancia più di tanto. E preferisce glissare, con un «no» pronunciato a braccia alzate, che più di una risposta negativa pare un «no comment», dinanzi a una eventualità molto remota, e che coinvolgerebbe, in ogni caso, il capo dello Stato in prima persona. Al quale spetta la decisione sull'eventuale scioglimento delle Camere.
Dalla giustizia ai conti pubblici. A fornirne l'occasione è la relazione del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che «mi dicono sia molto positiva e attenta all'ottimismo». In ogni caso, specifica ai cronisti che insistono su un commento, «non si può parlare di qualcosa che non si conosce». Ma «qualcuno», rimarca, «mi ha detto essere una relazione molto berlusconiana». Comunque, aggiunge, l'appello per le riforme, avanzato da Draghi, è più che condivisibile. «Siamo qua a lavorare per questo», assicura il premier, «e abbiamo tutti l'intenzione di fare ciò che è necessario, nei tempi più brevi possibili».
Intanto, a poco più di una settimana dal voto, il leader del Pdl affida al sito Internet del partito il suo messaggio elettorale, nella speranza di farlo diventare il primo gruppo all'interno del Ppe. E così, il presidente del Consiglio si rifà innanzitutto all'esperienza di governo nazionale: «Un anno fa avete scelto di affidare a me e al Popolo della libertà - afferma - il compito di rilanciare il nostro Paese dopo il malgoverno della sinistra. E noi, insieme, abbiamo vinto tante sfide». Dalla liberazione della Campania dai rifiuti alla protezione delle imprese e dei risparmi nei confronti di quella crisi che, in molti altri Paesi, «si è rivelata drammatica». Così, citando il lavoro dell'esecutivo, il premier mobilita il popolo pidiellino: «Abbiamo davanti a noi un'altra sfida: dobbiamo diventare il primo gruppo in Europa nel Ppe, per incidere nelle decisioni del Parlamento europeo e per difendere al meglio gli interessi dell'Italia».
In serata il premier ha incassato la solidarietà di Umberto Bossi sul caso Noemi: «È tutto falso, inventato da chi ha paura di perdere le elezioni - ha affermato il leader della Lega Nord -.
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