La sua Yamaha ha fatto puff e Valentino si è fermato. Lha raccolto un furgone con le sbarre che di questi tempi sa di inchieste e di calcio. Nessuna paura: era quello del servizio navette per i fotografi a bordo pista.
Ora che Valentino ha perso di nuovo, che Melandri ha bissato, ora si potrebbe infierire e dire che il Cannibale è in crisi. Ma non è in crisi. Si potrebbero scartabellare gli almanacchi del motomondo per verificare se mai, in passato, il ragazzo sia stato così indietro e in crisi. Ma non è in crisi. Si potrebbe persino scomodare il famigerato parallelo fra sport simili o cannibali simili: che cosa di meglio, allora, dellaccostare lanno orribile della Ferrari e di Schumacher, il 2005, a quello che sta vivendo il campione che impenna? Ma quella fu vera crisi tecnica e regolamentare, invece... Invece Valentino non è in crisi.
Neppure a farlo apposta, la F1 ci offre ulteriore spunto per criticarlo: potremmo accostare quei meno 43 punti in classifica alla sua voglia di Ferrari e monoposto, voglia, per la verità, ormai finita in soffitta. I critici che poco lo conoscono potrebbero dire: troppe distrazioni in questi mesi, magari lhanno mandato in crisi. Ma Valentino non è in crisi.
Per levarsi ogni dubbio basta scorrere le sue gare: a Jerez della Frontera, primo Gp dellanno, Valentino fu abbattuto alla prima curva da Elias, esordiente che gli chiese scusa; in Qatar dominò; in Turchia subì Melandri e concluse quarto. Ci sta un quarto posto o ai Cannibali è vietato? In Cina, la sua gomma anteriore perse i pezzi, mentre il ragazzo puntava dritto il podio. Ci sta puntare il podio, o i Cannibali devono per forza vincere? Sul tema, Valentino, anni fa, inventò la gag del pilota con la palla da carcerato al piede e la scritta: «Condannato a vincere». Questo per dire che ci è già passato, sa come è breve la strada tra altare e polvere mediatica.
Dopo il ritiro in Cina, Rossi era furioso perché la sua Yamaha «aveva problemi ovunque». La Casa giapponese, in fretta e furia, ha portato in Francia una moto rivista nel telaio e lui, appenna assaggiata, ha detto: «Così mi diverto».
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