Di certo c’è soltanto un chilometro a piedi

Sono depresso. Ho provato persino a collegare il cervello al frullatore. Macché, 'sta manciata di neuroni che mi sono rimasti non ne vogliono sapere di girare alla stessa velocità della mia città. Intorno a me c'è chi impiega due o tre ore a farsi delle certezze. Io invece continuo ad avere dubbi, a farmi domande. Per dire, io sono rimasto a quando l'unica gradinata possibile era quella che confinava a est con lo scaffale dei pannolini e a ovest con il bagno delle hostess. Non leggo per un giorno i giornali genovesi per definizione e mi ritrovo che no, come ovviamente avevano anticipato loro, il G8 degli architetti ha sempre ritenuto la Colisa l'area perfetta. Mi addormento convinto di avere un'amministrazione comunale che non è in grado neppure di ordinare i seggiolini all'Ikea (né un piatto di pasta per gli asili), che non ha neppure ancora capito che se non innaffia il prato d'estate l'erba si secca. E mi risveglio che in dieci giorni ha studiato lo stadio più bello del mondo, quello che fa vincere scudetti e Champions, che fa solo gli interessi dei tifosi. E tutti - anche quelli o Sestri, o morte - ora inneggiano entusiasti all'idea di farsi un chilometro a piedi in salita sotto la pioggia perché la sindaco ha detto che così prevede l'Uefa. Scopro che chi fa le primarie per decidere che biscotti mangiare a colazione dà i 15 giorni al resto del mondo per adeguarsi al suo pensiero.

E invece io sono ancora lì a cercare di capire se tutto (e il contrario di tutto) quello che ho sentito dire finora abbia un fondamento… Devo uscire dalla depressione. Ma per fortuna non sono egoista, penso che non sia giusto avere tutto dalla vita. In fondo loro non hanno il Genoa.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica