«Certo, certo, esatto» Così mise in difficoltà il segretario della Cgil

La trasmissione con Epifani: «Non dovrei essere dalla vostra parte ma, insomma, un conduttore ha le proprie opinioni»

Annunziata: «La sinistra arriva un po’ tardi sulle battaglie del lavoro... Questo è un grande argomento in campagna elettorale. Mi hanno molto impressionato queste lotte operaie che ci hanno aperto improvvisamente una situazione che non è che non ci aspettassimo ma che dipinge l’Italia di un certo tipo: 13 mesi per i metalmeccanici per avere alla fine 100 euro lordi. Cioè quanto poi alla fine, tolto dal lordo al netto... è un chilo di benzina di una cilindrata media. E ancora 4,5 milioni di operai senza rinnovo di contratto. E dall’altra parte – diciamo la verità - quando si arriva allo scontro il sindacato è solo e ha tutti contro: gli utenti dicono “Basta con gli scioperi”. D’altra parte, “basta con gli scioperi” sembra essere tutto quello che vi viene detto tutti i giorni dall’intellighenzia: dalla Confindustria, Ichino, altri saggi, Giavazzi... dicono be’ insomma a questo punto devono cambiare le regole. A me pare invece che voi siete addirittura timidi sulla difesa del mondo operaio».
Epifani: «Timidi no. Noi siamo in realtà risoluti. Gli altri parlano tutti ex cathedra. Noi viviamo tutti i giorni con la gente e con le persone, ma ormai c’è la convinzione che un opinionista ne sappia più di un lavoratore, di un quadro, di un sindacalista che conosce i problemi e cerca di risolverli. Il ricorso al conflitto estremo a noi non piace. Ma c’è un punto: in questi anni in Italia si è propagandato una cultura del lasciar fare, dell’arricchimento personale, dell’assenza di rispetto delle regole… e questo determina un problema...».
Annunziata: «Certo».
Epifani: «Perché se i ricchi diventano più ricchi senza rispettare le regole...».
Annunziata: «E certo».
Epifani: «Puoi chiedere a chi ha bisogno e si trova in difficoltà di rispettarle solo lui?».
Annunziata: «Esatto... Io su questo voglio dire non dovrei essere dalla vostra parte ma insomma un conduttore ha sempre le proprie opinioni. Giustamente fino a un certo punto della storia d’Italia noi abbiamo avuto tutto il periodo della sinistra riformista abbiamo avuto il richiamo a riscrivere le regole, a far costar meno il costo del lavoro, ad avanzare nei confronti della flessibilità… Oggi si ripropongono questi discorsi in una situazione in cui non mi pare l’Italia abbia capito il processo d’impoverimento dovuto al cambio del dollaro ma soprattutto alle politiche fiscali del governo. Perché non aprite un fronte più serio e al di là delle barricate?»
Epifani: «L’abbiamo fatto con uno sciopero generale ogni anno».
Annunziata: «Voi siete gli unici rimasti dalla parte degli operai e dei poveri, ma anche il sindacato a mio parere non ha preso di petto un’iniziativa politica più vasta sulla politica dei redditi e soprattutto sull’evasione fiscale. Vi siete un po’ fidati della Confindustria, no? Mi pare però che la luna di miele si sia interrotta... E a me pare che il tema delle disuguaglianze non sia al centro dell’attenzione della sinistra che non si è particolarmente mobilitata in queste grandi situazioni di tensione sociale... E il programma dell’Unione non sembra avere al centro la ridefinizione del Paese e il risanamento di queste grandi ingiustizie. Il nuovo governo possiamo dire dovrà riconquistarsi il sindacato?».
Epifani: «Sì, con le proposte e con i fatti... Patto fiscale, lotta alla precarietà... avere una tassazione forte sui rendimenti speculativi, avere una politica fiscale in cui non si aiuti coloro che hanno di più, avere sull’imposta di successione di grandi ricchezze il ripristino di quel che si pagava prima».
Annunziata: «Ricordiamo che quest’imposta è stata abolita da Berlusconi e noi siamo l’unico Paese che l’ha abolita...

Secondo lei, la sinistra – scossa da questo scandalo Unipol anche se in parte si è ridimensionato – pensa sarà in grado di fare questo o continuerà a essere in difensiva al momento del governo proprio perché ha avuto un problema di parziale delegittimazione?».
Epifani: «...Aspettiamo i primi sei mesi».

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