Certosa Scintille fra Torchiera e Cuore Nero, e il quartiere-polveriera è pronto a esplodere

Rossi contro neri. Siamo nei dintorni del Cimitero Maggiore, in fondo a viale Certosa, tra i quartieri Musocco e Garegnano. Da una parte c’è il Torchiera, centro sociale insediato in una cascina diroccata di proprietà del Comune nel piazzale del cimitero. Circa un centinaio di metri più in là, in via Pareto, ecco Cuore Nero, il primo circolo di estrema destra in città. In mezzo la gente comune, che abita e lavora nella zona e vede con occhio diffidente la contrapposizione. C’eravamo lasciati il 6 settembre scorso, giorno dell’inaugurazione della sede dei «neri», tra cariche della polizia, auto distrutte e minacce reciproche. Uno scenario da anni Settanta, con gli antifascisti che cercavano lo scontro e le forze dell’ordine a tener separati i due blocchi. La cacciata dei neofascisti non era però riuscita, a differenza di quanto accadde un anno prima, quando il circolo di destra venne bruciato la notte prima dell’inaugurazione. E allora ecco la convivenza forzata, mal tollerata da tutti, anche dai comuni cittadini. Don Pino, parroco della vicina Certosa di Garegnano, non si sbilancia. «Per ora ci si è limitati a qualche sfottò, ma non ci sono stati veri e propri confronti fisici. Però l’aria non è buona. C’è solo da sperare che non succeda nulla». I due gruppi se le promettono, anche con striscioni e scritte sui muri. Mentre al Torchiera espongono le classiche frasi antifasciste, sul muro adiacente alla chiesa campeggia una scritta eloquente: «Compagni quando volete», con due croci celtiche a rivendicare il messaggio. Qualche settimana fa è arrivata anche la polizia, attirata da due scatole di pandoro abbandonate davanti alla cler di Cuore Nero. Si temeva un ordigno, falso allarme. Ma intanto la tensione sale.
La gente del quartiere sta a guardare. Anche se, politica a parte, il Torchiera esce con le ossa rotte dal confronto con Cuore Nero. I cittadini, infatti, promuovono il circolo di via Pareto, mentre bocciano senza attenuanti il centro sociale sinistrorso. Al circolo Acli della parrocchia, Francesco, un signore sulla sessantina, non ha dubbi: «Quelli di Cuore Nero hanno più rispetto della gente. Magari fanno un po’ di baccano fino a tardi il sabato sera, ma per il resto sono educati e civili. Al Torchiera invece, soprattutto d’estate, strimpellano tutti i giorni fino a notte fonda. E quando manifestano capita che si lascino andare a vandalismi e danneggiamenti». Opinione simile a quella di Alessandro, barista all’oratorio della Certosa di Garegnano: «I ragazzi del Torchiera hanno comportamenti più violenti. Mentre per ora la cosa più grave che ho visto fare a un ragazzo di Cuore Nero è la pipì in strada». C’è poi chi come Stefano, 50 anni, plaude alle iniziative dei neri. «Verso Natale hanno regalato latte, pane e panettone gratis. Almeno loro cercano di interagire con la gente. La loro ideologia può essere discutibile, ma fastidio non ne hanno mai dato.

Del Torchiera non si può dire la stessa cosa». Anche i gestori dei bar davanti a Cuore Nero confermano: «Noi non abbiamo mai sentito qualcuno lamentarsi o parlarne male, se non per motivi politici e da persone che la pensano in modo opposto da loro».

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