La Cgil contro le tasse di Cofferati

La Giunta emiliana ha deciso di portare l’Irpef da 0,4 a 0,7%. E il governatore Errani annuncia un altro rincaro. Il segretario della Cgil attacca: "Non può inasprire le imposte locali, la nostra protesta contro la sua legge di bilancio va avanti"

La Cgil contro le tasse di Cofferati

Milano - Sotto le Due Torri si è aperto uno scontro che non ha precedenti. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ha attaccato senza appelli il suo predecessore alla guida del sindacato rosso, l’attuale sindaco di Bologna Sergio Cofferati, e non ha risparmiato critiche anche al ds Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna. Sindacalisti contro, divisi dalla politica e dall’Irpef.
Epifani ieri ha pesantemente contestato la decisione di Cofferati di aumentare del 75% (dallo 0,4% allo 0,7%) l’addizionale comunale sull’Irpef, nonostante il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani (anche lui contestato dal leader Cgil) avesse già deciso di portare l’addizionale regionale dallo 0,2 allo 0,5%. L’affondo del leader Cgil è partito proprio da Bologna, durante l’assemblea dei delegati della Cgil Emilia Romagna. Galeotto è stato l’articolo del Sole-24Ore di ieri (ma il Giornale aveva già denunciato la stangata di Cofferati nei giorni scorsi), che ha messo a nudo le scelte di politica economica del sindaco bolognese: «Se una Regione decide per conto proprio, ogni Comune per conto proprio, si arriva ad avere una situazione in cui hai un aggravio di 60-70-80 euro. Non basta redistribuire i vantaggi fiscali se poi con la fiscalità sul territorio non si opera con saggezza. Si rischia di togliere di più con la mano locale di quanto non si dà con la mano nazionale».
L’aumento dell’addizionale Irpef è una delle misure, previste dalla Finanziaria approvata dal centrosinistra, che gli Enti locali possono adottare per cercare di rispettare il Patto di stabilità interno nonostante i tagli decisi dal governo. La posizione del leader Cgil è semplice: i Comuni potrebbero cercare altrove le risorse sottratte ai bilanci. «Non c’è una contrarietà ideologica - ha urlato Epifani ai delegati Cgil - al fatto che si possa aumentare in un modo o nell’altro un’addizionale di fronte a un problema e a un’esigenza. Però, naturalmente non bisogna sommare, bisogna muoversi in una logica di sistema, cioè anche un Comune non può far finta che una Regione non faccia le scelte che fa».
Le parole di Epifani non lasciano spazio a sconti: «Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo sempre espresso una posizione unitaria in cui si dice che non siamo d’accordo con queste politiche, si sono fatti presìdi e iniziative e credo che debbano continuare».
In effetti, stando alla simulazione del Sole-24Ore, la decisione di Cofferati di fatto annulla i benefici teorici che le nuove aliquote Irpef avrebbero dovuto apportare ai redditi medio-bassi. Un dipendente senza familiari a carico che guadagna 25mila euro, secondo lo studio del quotidiano economico, a Bologna avrebbe un’esborso ulteriore di 140 euro che andrebbe ad annullare il credito di 75 euro, frutto delle nuove aliquote, e comporterebbe un aggravio in busta paga di 65 euro. E la stangata aumenta all’aumentare del reddito, fino a trasformarsi in un vero e proprio salasso da 348 euro al mese per un dipendente senza familiari a carico con un reddito annuo di 40mila euro.
Il sindaco Cofferati, in mattinata, era stato già oggetto delle stesse critiche da parte del segretario regionale della Cgil Danilo Barbi. Barbi aveva contestato a Cofferati la decisione di aumentare l’Irpef «senza neanche incontrare i sindacati, che avevano presentato una precisa piattaforma». Il sindacato non può che reagire, aveva ammonito Barbi, che aveva anche annunciato «una serie di iniziative di protesta per i prossimi giorni».
Cofferati si è limitato a commentare il doppio affondo della Cgil chiedendosi polemicamente «perché mai l’addizionale del Comune dev’essere considerata cattiva mentre sarebbe buona quella della Regione». L’attenzione si sposta sulla trattativa tra Comune di Bologna e sindacati.

Le decisioni, stando alla Finanziaria, devono essere varate entro il 15 febbraio. I margini di manovra non sono troppi. «Sono fiducioso - ha detto Cofferati - buon senso e ragione prevarranno». In fondo Cofferati, alle vertenze dovrebbe essere abituato.
felice.manti@ilgiornale.it

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