La Cgil guida i lavoratori all’assalto dei sindacati

(...) degli ex compagni di lotta, dei sindacalisti di Fim-Cisl e Uilm, «colpevoli di tradimento» per aver separatamente sottoscritto l’accordo con Federmeccanica. Così ieri il corteo ha sfilato fino a Sestri Levante dove, in via Fascie, c’è la sede della Cisl. E a quel punto i carabinieri hanno dovuto faticare non poco per evitare il peggio. Perché dalla massa sono partiti petardi e arance contro le vetrine della sede, qualcuno è riuscito a raggiungere l’ingresso e a strappare le bandiere del sindacato «nemico». Per fortuna - e probabilmente anche per non correre ulteriori rischi - i dirigenti e gli iscritti della Cisl presenti in sede hanno evitato reazioni, aspettando che le forze dell’ordine facessero ripartire il corteo dei 400 manifestanti verso la vicina piazza Sant’Antonio per lasciare spazio al «comizio» dei leader. «Senza un referendum tra i lavoratori muore la democrazia e soprattutto muore il contratto di lavoro - ha ribadito il segretario comprensoriale della Fiom Cgil Sergio Ghio -. Fim e Uilm hanno firmato per avere pochi spiccioli in due anni».
Ma ormai l’attenzione era tutta rivolta alla tensione della mattinata. «Non mi sembra che alcuno abbia superato i limiti - ha minimizzato Ghio -. D’altro canto erano presenti le forze dell’ordine pronte ad intervenire». Mentre nel pomeriggio la Fiom ha persino cercato di ribaltare le accuse: «La Fim fa come nel calcio, simula un fallo in area per farsi dare un rigore inesistente: nessun assalto alla sede Cisl, nessun lancio di arance, nessuno schierarsi di polizia, ma tanti fischi a chi ha preso a calci il contratto nazionale e nega il voto ad 1 milione e mezzo di metalmeccanici. Si comprende che i fischi non facciano piacere, ma rimangono un atto di democrazia e libertà. Cosa che non accade quando viene negata la democrazia ed il voto».
Omar Di Tullio, della Fim-Cisl, la racconta diversamente.

Persino sul numero delle adesioni, come da tradizione: «I manifestanti, circa 150, hanno preso d’assalto la nostra sede - ha detto - La Fiom si è radicalizzata su posizioni estremiste e secondo me la situazione sindacale è sfuggita di mano ai loro vertici». Ora e sempre resistenza. Se necessario, qualcuno cui dare del fascista per menare le mani si trova.

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