Roma - Per chi si aspettava un cambio radicale della gestione del sindacato da parte della Camusso forse rimarrà deluso. Perché ricetta e strategia non cambiano. E nemmeno gli attacchi all'operato del governo. Anzi, in piazza l'odio contro il governo si fa ancora più duro tanto che un manipoli di studenti ha dato alle fiamme un manichino di carta con la faccia del premier Silvio Berlusconi. Il pupazzo, di circa un metro, una volta bruciato è stato gettato in terra e preso a calci da alcuni giovani.
Richieste La Cgil chiede una nuova agenda per il paese che metta al centro politiche in grado di sostenere il lavoro e rilanciare l’economia. Tra la folla anche un camioncino sul quale campeggia un maxi manifesto dal titolo esplicito: "Elezioni subito", firmato Funzione pubblica della Cgil. Accanto, invece, il solito banchetto di magliette: da Che Guevara a Lenin fino alla new entry "Bella ciao".
Il segretario Cigl "Dopo due anni di crisi, di una crisi che continua, di una disoccupazione che cresce, tutti si sono accorti che non esiste una idea di futuro per il Paese, che invece è fondamentale per la serenità di tutti". Lo ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, alla sua prima apparizione ufficiale da quando ha sostituito Epifani alla guida del sindacato.
I commenti della sinistra A fianco della Camusso e del popolo della Cgil si sono schierati Vendola e Bersani. "L’Italia migliore è in piazza e sui tetti, quella
peggiore - quella del governo - è barricata nel palazzo, perché teme di essere cacciata", ha detto il leader di Sinistra ecologia libertà, Nichi Vendola. Anche il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha espresso il suo commento a margine della manifestazione. "Questo governo porta
all’instabilità e all’incertezza - ha detto Bersani - noi vogliamo un governo che parta dalla stabilità sui grandi fatti economico-finanziari e metta in campo un po' di
riforme".
Il ministro Gelmini "Vedere gli studenti giovani manifestare a fianco dei pensionati mi fa uno strano effetto, come quando vedo gli studenti e i professori e i baroni manifestare dalla stessa parte. È un paradosso". Ha commentato così il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che poi aggiunge: "Sappiamo che l’università è composta anche di manifestanti, ma sono molti di più i ragazzi che vogliono studiare, che regolarmente si recano negli atenei per sostenere gli esami e che vogliono un’università del merito, che spenda bene i soldi dei contribuenti, dove l’autonomia venga coniugata con la responsabilità nelle scelte".
Lo scontro La risposta della Camusso non si è fatta attendere. Dal palco di piazza San Giovanni, il segretario della Cgil ha detto che il ministro Gelmini farebbe meglio a "non andare su Youtube" e dovrebbe invece "ritirare il ddl" di riforma dell’università e "aprire un tavolo di confronto per una riforma condivisa". Per Camusso è la Gelmini a stare "con i baroni" e "non sa come è fatto il nostro Paese" perché dietro ai giovani ci sono le famiglie e un Paese che li sostiene". Po, alla conclusione, la Camusso si unisce ai Modena City Ramblers e intona Bella ciao, fuori tempo, dimenandosi e battendo le mani. Come inizio non c'è male.
Il commento del Pdl Daniele Capezzone, portavoce Pdl, in una nota afferma: "Il Pd come forza riformista guida di un centrosinistra moderno non c’è più, o forse non c’è neppure mai stato. Oggi, nonostante l’agitarsi di Bersani, il Pd è totalmente prigioniero di Cgil, Di Pietro e Vendola".
"Questi sono i players forti della sinistra: sindacato conservatore, giustizialismo, massimalismo - ha concluso Capezzone - una sinistra così vecchia e antiriformatrice non c’è in nessun Paese dell’Occidente avanzato".
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