La Cgil resta ostaggio della sua ala estrema Cortei senza Cisl e Uil

Per il primo maggio, manifestazioni separate non soltanto a Bologna ma in varie regioni Cremaschi (Fiom): «Ma cosa c’è da festeggiare insieme? È ipocrisia»

La Cgil resta ostaggio  
della sua ala estrema  
Cortei senza Cisl e Uil

RomaQuello di Bologna ha fatto più rumore, ma non è l’unico primo maggio da separati in casa. Il divorzio tra Cgil, Cisl e Uil andrà in scena anche in altre province. In Lombardia, sicuramente a Lodi. In tutto il Veneto. Poi in Toscana, a Lucca, Massa, Pisa e Livorno, dove le tre confederazioni si ritroveranno insieme solo alla marcia della pace promossa dal Comune. Altre secessioni sindacali potrebbero arrivare da qui alla data della festa che, per uno scherzo del calendario, le segreterie nazionali dei sindacati hanno deciso di dedicare all’unità italiana, con tanto di comizio unitario a Marsala, in memoria dei Mille.
In Veneto lo strappo del primo maggio non è una novità, spiega il segretario regionale della Cisl, Franca Porto: «Già da qualche anno prevalgono le iniziative delle singole organizzazioni. Ci sono momenti di festa unitaria». Ma si tratta quasi esclusivamente di pic nic nei parchi e concerti di musicisti locali. «Se parla la musica non ci sono occasioni per mettere in evidenza cose che possono dividere», spiega la sindacalista. Poi «noi ce la mettiamo tutta per farlo insieme, ma con uno sciopero generale come quello che ha proclamato la Cgil per il 6 maggio, è molto difficile».
Valutazioni che sembrano dare ragione a chi, sul versante opposto, è contentissimo che a Bologna la Cgil abbia deciso per lo strappo. Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom-Cgil e forse l’esponente più a sinistra della confederazione si fa una domanda: «Ma cosa c’è da festeggiare insieme? Il primo maggio unitario è una colossale ipocrisia. Non c’è nessuna iniziativa comune, ci sono solo rotture. Di cosa parliamo ai comizi, di Garibaldi?».
Anche Cremaschi pensa allo sciopero generale che la Cgil ha proclamato per il 6 maggio, contro la politica economica del governo, ma anche - tiene a precisare - contro i sindacati che non hanno rinunciato a dialogare con questo esecutivo. «Lo sciopero è un fatto dirompente», commenta Riccardo Cerza, segretario della Cisl toscana. «È chiarissimo», spiega il leader della Cisl lombarda Gianluigi Petteni, «che la Cgil a parole dice di volere l’unità, ma di fatto cerca di andare da sola».
E in realtà non sembra la sola a volerlo. Il fatto è che questo primo maggio sarà condizionato dal clima tesissimo dei mesi scorsi tra le tre confederazioni. Le piazze separate pongono sicuramente meno problemi di ordine pubblico. Non è un caso, spiegava un sindacalista, che la geografia del primo maggio a piazze monocolore, sia la stessa delle aggressioni alle sedi e agli uomini di Cisl e Uil da parte degli autonomi e in alcuni casi, di militanti Cgil. C’è il timore che nelle piazze unitarie arrivino le contestazioni dei soliti autonomi, ma anche dei militanti Cgil che hanno preso sul serio la mobilitazione che si terrà cinque giorni dopo.
Una cosa è sicura. La sinistra della Cgil è mobilitata e farà in modo che il tema sciopero generale, che i tre segretari generali vorrebbero evitare, sia presente anche alle feste unitarie. La promessa è di Cremaschi: «Le piazze del primo maggio parleranno comunque dello sciopero generale. Se non ci saranno iniziative in questo senso, ci sarà chi in piazza chiederà di parlare dello sciopero».
Una gatta da pelare per Cisl e Uil che non hanno nessuna voglia di farsi contestare. Ma anche per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che ieri ha denunciato: «C’è qualcuno che vuole rendere difficile questo primo maggio».

Il riferimento è a Luigi Angeletti e a Raffaele Bonanni, insensibili ai richiami all’unità che da qualche giorno - per la precisione da quando Bersani ha incontrato i tre leader sindacali - arrivano da Corso d’Italia. Ma gli altri sindacalisti rovesciano l’accusa. A imporre piazze separate sono gli estremisti. Che, anche questa volta, hanno condizionato le scelte del primo sindacato del Paese.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica