da Milano
L'Aida delle Aide il giorno dopo, alla luce di un grandissimo successo di pubblico, ma anche di alcune critiche precise al lavoro di Zeffirelli. A rispondere alle accuse è il direttore dorchestra Riccardo Chailly che, nella serata dinaugurazione, è stato quello più in ombra mentre il maestro Zeffirelli rifulgeva con lingombranza della sua scenografia. Però Chailly non ci sta a sentirsi in disparte e non rinfocola assolutamente le polemiche, anzi secondo lui regia e musica sono andate di pari passo. Non concorda dunque con quanto sostenuto da Francesco Saverio Borrelli, che ha parlato con rimpianto di «opere in cui la musica era regina autoritaria» e ha bollato lAida di Zeffirelli come opera «da Hollywood con troppi eccessi scenografici».
«Dal punto di vista musicale - ha detto ieri Chailly - non possiamo proprio lamentarci di questa produzione. Perché qui la musica è stata sempre la regina, sicuramente non autoritaria, continua compagna dell'allestimento di Franco Zeffirelli».
Per Chailly dunque «non c'è stata una sola battuta in cui la regia fosse d'ostacolo alla musica. E questo oggigiorno, dove io quasi sempre arrivo alla collisione fisica col regista è, direi, eccezionale. E non è stato solo un fatto di generazione o di rispetto per un grande nome. È stata una quotidiana collaborazione, anche con momenti di tensione, ma sempre una tensione costruttiva, mai negativa».
«Del resto Zeffirelli - ha insistito Chailly - è un regista che conosce la musica e favorisce la musica. Sicuramente la distanza di età con me è notevole. Perché lui ha debuttato in questo teatro nel '53 che è l'anno in cui io nascevo. Quindi è chiaro che, curiosamente, ci sono stati dei riavvicinamenti ideologici fortissimi e lo spettacolo ha funzionato molto sul versante interpretativo». Per il maestro il lavoro ha mostrato allo spettatore un Egitto «creato dalla fantasia di Verdi e da quella straordinaria di Zeffirelli, che fa di questa Aida un po il trionfo di 40 anni di storia del suo teatro».
Per il direttore, il momento più emozionante di Aida è arrivato all'ultima scena del quarto atto «quando c'è l'abbassamento del palcoscenico che fa sprofondare Aida e Radames per sempre.
Chailly: la scenografia non ha coperto la musica
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