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Eterni Rolling Stones, un disco a ottant'anni: "Il nostro segreto? Parlarci meno possibile"

Ma che effetto vederli uscire solo in tre, qui all'Empire nell'East London, senza Charlie Watts che sbuchi pure lui dal sipario come ha sempre fatto

Eterni Rolling Stones, un disco a ottant'anni: "Il nostro segreto? Parlarci meno possibile"

Ma che effetto vederli uscire solo in tre, qui all'Empire nell'East London, senza Charlie Watts che sbuchi pure lui dal sipario come ha sempre fatto. C'è attesa, è un momento storico, ci sono oltre duecento giornalisti da tutto il mondo ed è forse la fine ufficiosa di un'epoca di eccessi, provocazioni, sudore. La musica è cambiata, in tutti i sensi. Ma chissenefrega, non c'è nostalgia in questo caldissimo teatro di legni e velluti di inizio Novecento, anzi c'è un'energia che te la raccomando. Signore e signori, Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood sono gli ultimi sopravvissuti del rock in servizio permanente effettivo, fanno 235 anni in tre, e i loro Rolling Stones sono la più grande rock band del pianeta da circa sessant'anni. Wow. «Siamo qui per annunciare il nuovo brano che si intitola Angry e anticipa il nuovo disco Hackney diamonds in uscita il 20 ottobre», dicono dopo essere stati presentati da Jimmy Fallon, il re mondiali dei conduttori tv che, persino lui, si ritrova smarrito da Mick Jagger che si muove come un ragazzino mentre ricorda la prima conferenza stampa della sua carriera, all'incirca 1963: «C'erano due giornalisti, abbiamo offerto una birra dicendo ecco questo è il nostro disco, ascoltatelo. E siamo andati via, tutto qui».

Poi ci sono stati altri ventitrè dischi in studio e alla fine questo che si è giocato il titolo fino all'ultimo con «Hit and run» e «Smash and grab» obiettivamente molto più banali. «Abbiamo scelto Hackney Diamonds perché rappresenta Londra e noi siamo una band londinese».

Ora Mick ha i capelli dal colore improbabile, Keith se li copre con un cappellaccio, Ron li ha nerissimi come jeans e maglietta. Il loro disco è il primo di brani inediti dopo 18 anni e «diciamo che non siamo stati velocissimi» ridacchia Richards. «Ci siamo visti in studio a dicembre e abbiamo fissato una deadline in modo da registrare tutto tra Natale e San Valentino: alla fine avevamo 23 brani, praticamente due dischi», dicono in tre prima che Mick Jagger, come fa da sei decenni, dia un senso anche a questo progetto: «Keith e io abbiamo pensato che angry (arrabbiato - ndr) dovesse essere il filo conduttore dell'album, ma non era una scelta originale». «Mica si può essere sempre arrabbiati», risponde l'altro che non vede l'ora di accendersi una sigaretta.

In ogni caso il primo singolo del disco lo è per davvero, arrabbiato, con un potentissimo riff di chitarra che scansateve e un video con l'attrice Sydney Sweeney (biondissima e bellissima c'è da dirlo?) che su una Pagoda rossa sul Sunset Boulevard di Los Angeles fa lo slalom tra cartelloni con vecchie immagini della band.

Insomma, Huckney Diamonds (espressione che rimanda ai vetri rotti dei parabrezza dopo un furto) contiene dodici brani, ha come ospiti (non ancora ufficiali) Lady Gaga, Stevie Wonder e addirittura Paul McCartney, quasi a chiudere simbolicamente la finta rivalità con i Beatles. Macca suona il basso ma non canta, figurarsi se può farlo a casa di sir Mick, meglio sfruttare Lady Gaga in questo brano «che si intitola Sweet sounds of heaven ed è un bel gospel», come dice Jimmy Fallon. «Una sorta di preghiera in musica» spiega flautato Jagger. «Ma cosa dici tu che non hai mai messo piede in una chiesa nella tua vita», sghignazza Keith Richards che diventa serio soltanto quando ricorda Charlie Watts, il motore della band morto due anni fa, che qui comunque suona in due brani, Mess it up e Live by the sword nel quale si sente pure il basso di Bill Wyman, il bassista originale che ha quasi 87 anni. Ma «Charlie ovviamente ci manca tanto, con noi ora alla batteria c'è Steve Jordan che lui stesso ci ha consigliato, è stato un progresso naturale».

D'altronde se i Rolling Stones hanno venduto duecentocinquanta milioni di dischi il merito è di una formula che, probabilmente, è arrivata a fine corsa ma che rappresenta uno dei grandi fenomeni della musica popolare di tutti i tempi. «E dire che io non ho canzoni preferite tra tutte quelle che abbiamo registrato» dice Jagger. «Io sì, Gimme Shelter e Jumping Jack Flash mi esaltano ogni volta che le suono» risponde Keith Richards. A proposito, non si è parlato di tour ma scommettete che ne faranno un altro, magari il prossimo anno, magari negli stadi prima negli Usa e poi qui da noi in Europa? Tempo al tempo, ora c'è il disco che è stato registrato tra Giamaica, Los Angeles, Londra, Bahamas e New York e si chiude con un Rolling Stone Blues che farà impazzire gli amanti dei suoni del Mississippi. Merito di Keith Richards, come al solito molto ingarbugliato nelle parole e distratto nei ricordi: «Nel disco c'è il brano Tell me straight ma non chiedetemi di che cosa parla perché non ne ho la minima idea». Dopotutto presentano il disco facendo battute, questi tre, tanto poi sarà la musica a dire il resto. «Qual è il segreto del nostro matrimonio? Forse non parlarsi troppo spesso», scherza Mick Jagger prima di andarsene con quella camminata vellutata che ha attraversato tutti i palchi del mondo. «Vogliamo fare dischi che realmente amiamo», chiude sapendo di dire una banalità.

Ma come lo dice fa la differenza e in questo c'è tutto il segreto dei Rolling Stones, la band che non ha inventato nulla ma lo ha fatto talmente bene da diventare unica nella storia.

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